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Le osterie dei da Vinci

Le osterie dei da Vinci

Al tempo di Leonardo l’antica strada che dall’Arno conduceva a Vinci e poi verso i passi del Montalbano era punteggiata da luoghi di sosta. Uno era proprio a Vinci, nel borgo ai piedi del castello, e fu preso in gestione dal più giovane dei fratelli di Leonardo attorno al 1530. Proseguendo il cammino lungo la strada si trovava un altro punto di ristoro, l’osteria di Anchiano, che conosciamo perché alla metà del Quattrocento il nonno di Leonardo, che si trovava in quel luogo, fu costretto ad interrompere una partita a “tavola reale” per redigere un contratto. Quando trent’anni dopo il padre di Leonardo acquista il podere di Anchiano la sua intenzione era forse quella di sfruttarne la posizione lungo strada e farne o potenziarne la funzione di luogo di sosta per viandanti.

  • Vinci è stato il luogo dell’infanzia e della prima giovinezza di Leonardo. Prima di trasferirsi a Firenze abitava con la famiglia del padre Ser Piero che per lavoro – era notaio ed esercitava fra Firenze e Pisa – risiedeva stabilmente in città. Grazie agli studi di Renzo Cianchi è possibile individuare oggi gli edifici che un tempo appartenevano ai da Vinci. La casa in cui Leonardo visse in gioventù è sicuramente la residenza principale della famiglia che si trovava, allora, nel borgo del castello, sulla piazza del mercatale, affacciata sullo spazio dell’attuale minuscola piazzetta Guazzesi.

  • Sul limite dell’attuale piazza Leonardo da Vinci, l’antica platea del borgo castellano, si trovava il mulino del Comune di Vinci. Nel 1478 Leonardo fu chiamato dalla famiglia per presenziare all’atto ufficiale con il quale il mulino pubblico veniva concesso ai da Vinci in perpetuo, dietro clausola di accrescerne il valore attraverso migliorie. Questo mulino si vede rappresentato, infatti, in una pianta tardo-cinquecentesca assieme ad un secondo opificio, con a fianco l’osteria del borgo e la gora derivata dalle acque del rio della Querceta. Alcuni ruderi del sistema delle gore sono ancora parzialmente visibili in corrispondenza dell’antico botro usato come fossato di scarico.

  • Sul fondo della piazza Leonardo da Vinci si trovava, al tempo di Leonardo, l’osteria del borgo, posta strategicamente fra la strada per il Montalbano e quella che, attraverso lo stretto passaggio voltato dell’Androne Ciofi, scendeva nella valle del Vincio verso le campagne di San Pantaleo. Verso gli anni ’30 del Cinquecento l’osteria venne data in affitto a Giovanni, il più giovane dei fratelli di Leonardo. Il locale funzionava sia da osteria che da beccheria, attività che richiedeva un costante uso dell’acqua. La vicinanza dei canali che servivano i mulini del comune, posti di fianco all’osteria-beccheria, doveva risultare essenziale soprattutto per la macellazione della carne.

  • La casa di Anchiano entrò nel patrimonio della famiglia da Vinci attorno al 1480 e forse Ser Piero, il padre di Leonardo, pensava di farne un luogo di sosta lungo la strada che da Vinci saliva ai valichi del Montalbano. Dopo la morte di Ser Piero il complesso risultava composto ancora da “una casa da oste principiata”. Successivamente ad Anchiano si radicò il ramo familiare di Gugliemo da Vinci, uno dei fratelli di Leonardo. La serie degli studi del secolo scorso sul tema della nascita di Leonardo ha dato origine allo straordinario ‘luogo della memoria’ che è oggi la Casa Natale di Leonardo ad Anchiano, arricchita da soluzioni tecnologiche con cui il visitatore si immerge, assieme a Leonardo, nel suo racconto di vita.

  • La piccola torre disegnata da Leonardo in posizione centrale sul Montalbano nella famosa carta RL 12685 di Windsor corrisponde, come dice il toponimo santa lucco, alla cosiddetta Torre di Sant’Alluccio. Si trovava, come oggi, sul crinale del Montalbano, nei presi della strada che da Anchiano scendeva verso Bacchereto. La torre, così familiare a Leonardo, era ciò che restava di un complesso ecclesiastico più antico ma al tempo di Leonardo era ormai un edificio isolato, di proprietà della famiglia fiorentina dei Ridolfi. La storia della torre è legata alle vicende dell’antico spedale guidingo di Sant’Alluccio, le cui case sono forse quelle di cui sono stati rinvenuti i ruderi di epoca medievale nei boschi sopra Sant’Amato.

  • Pietramarina è un luogo antico e corrisponde ad una delle parti più elevate in quota del crinale meridionale del Montalbano. Questo luogo, dove si trovano i resti di una fortezza-santuario risalente al periodo etrusco ed una curiosità, il noto “Masso del diavolo”, era chiamato nel Cinquecento sasso marino. Leonardo doveva conoscere questa parte del Montalbano: da qui si poteva scendere verso Bacchereto e soprattutto verso la casa della famiglia della nonna paterna. Nella nota veduta del Montalbano della carta Madrid II 23r Leonardo riporta il toponimo Fornia che oggi corrisponde al nome di una fattoria nei pressi di Pietramarina.

  • La nonna paterna di Leonardo, Lucia, era originaria di Bacchereto, il centro di produzione della ceramica smaltata che al tempo di Leonardo era in piena fioritura. Un avo della famiglia della nonna Lucia era uno dei primi orciolai di Bacchereto: Leonardo avrebbe certamente potuto sommare alle tante esperienze vissute nel periodo della giovinezza in questi luoghi anche la pratica, a Bacchereto, della modellazione dell’argilla e la conoscenza delle fornaci e dei colori a smalto che rammenta anche nelle sue carte. A Bacchereto si trovano ancora località “vinciane” come Toia, dove la famiglia della nonna aveva una casa e una fornace da orcioli.