Sul fondo della piazza Leonardo da Vinci, dove comincia la via che sale verso i valichi del Montalbano, si trovava l’antico mulino del castello divenuto poi, a seguito dell’entrata di Vinci entro i quadri dell’amministrazione fiorentina, il mulino comunale. La recente scoperta di un documento conservato nell’Archivio di Stato di Firenze ci dice che Leonardo si trovava a Vinci nel maggio del 1478. Lavorava già a Firenze nella bottega del Verrocchio e solo da pochi mesi aveva ottenuto la prima prestigiosa commissione pubblica: l’incarico di dipingere la pala d’altare della Cappella di San Bernardo in Palazzo Vecchio. Il breve passaggio nel paese natale fu richiesto dai suoi familiari che lo volevano presente alla stesura dell’atto con cui il comune di Vinci concedeva loro il mulino comunale. Il documento di locazione perpetua conteneva infatti una clausola che riguardava nello specifico Leonardo in quanto “figlio spurio”. Del mulino rimangono alcune tracce materiali in corrispondenza della vallecola che si affaccia sul botro di ponente, l’antico fossato del castello in cui si riversavano le acque della gora che alimentava il complesso di opifici idraulici del borgo di Vinci.