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Itinerari nell'Empolese Valdelsa

  • I castelli “invisibili” di Leonardo fra la Valdelsa e la Valdera

    Le carte geografiche di Leonardo costituiscono una delle produzioni più caratterizzanti dell’eclettico artista. Alcune abbracciano territori sovraregionali, come la famosa mappa della collezione Windsor Castle RL 12278 che copre un’ampia parte della Toscana centrale e vi sono rappresentati, oltre ai dettagli orografici, la rete dei centri fortificati che avevano, al tempo, una particolare valenza strategica. Osservando la Valdelsa si riconoscono molti centri ben noti, come ad esempio Certaldo e Castelfiorentino, ma forse l’aspetto più interessante è la presenza di quei centri che non esistono più nelle forme in cui Leonardo li ha visti e disegnati ai primi del Cinquecento.

  • I mulini di Leonardo

    Nei pressi di Vinci si conserva un edificio chiamato Mulino della Doccia. È proprio qui, nel suo paese natale, che Leonardo aveva osservato il funzionamento di quell’opificio idraulico disegnandolo in una famosa carta del Codice Atlantico. Gli studi leonardiani sul calcolo delle forze originate dall’acqua si basavano in gran parte sull’esperienza. Sulle colline attorno a Vinci, paesaggio familiare al giovane Leonardo, erano moltissimi i mulini alimentati dai corsi d’acqua che scendevano dal Montalbano. Alcuni di questi risalgono al XVI secolo e sono conservati ancora oggi.

  • I poderi della famiglia di Leonardo nelle terre dei conti Guidi

    Le terre e i poderi acquistati dal padre di Leonardo, notaio di successo molto attivo a Firenze, erano sparsi sulle colline attorno a Vinci che fu in origine castello dei conti Guidi. I dolci colli dell’antico distretto castellano divennero il paesaggio più familiare al giovane Leonardo che qui trascorse i primi anni della sua vita. Le terre di proprietà dei da Vinci si trovavano soprattutto nei popoli di San Pantaleo, Santa Lucia a Paterno, San Lorenzo a Streda e Santa Croce. Le chiese di queste comunità e le altre che punteggiano le campagne vinciane appartenevano tutte, un tempo, alla potente famiglia comitale. Nella chiesa del castello fu battezzato il piccolo Leonardo.

  • Le osterie dei da Vinci

    Al tempo di Leonardo l’antica strada che dall’Arno conduceva a Vinci e poi verso i passi del Montalbano era punteggiata da luoghi di sosta. Uno era proprio a Vinci, nel borgo ai piedi del castello, e fu preso in gestione dal più giovane dei fratelli di Leonardo attorno al 1530. Proseguendo il cammino lungo la strada si trovava un altro punto di ristoro, l’osteria di Anchiano, che conosciamo perché alla metà del Quattrocento il nonno di Leonardo, che si trovava in quel luogo, fu costretto ad interrompere una partita a “tavola reale” per redigere un contratto. Quando trent’anni dopo il padre di Leonardo acquista il podere di Anchiano la sua intenzione era forse quella di sfruttarne la posizione lungo strada e farne o potenziarne la funzione di luogo di sosta per viandanti.

  • Le terre dei "nichi" di Leonardo

    Le colline di Greti, dove Leonardo ha trascorso i primi anni della sua vita, furono per lui il primo osservatorio geologico. Le tracce dei diversi livelli geologici che suscitarono la curiosità scientifica di Leonardo si trovano passeggiando fra i vigneti e i campi attorno a Cerreto, Vinci, Collegonzi e Capraia. Qui Leonardo aveva osservato e raccolto i fossili di origine marina che nelle sue carte chiama nichi, ovvero nicchi, conchiglie. Collezioni di nichi leonardiani e ricostruzioni delle stratigrafie geologiche del Medio Valdarno di cui Leonardo aveva teorizzato l’origine sono visibili nelle sezioni geologiche dei musei del territorio.