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Le terre dei 'nichi' di Leonardo

Le terre dei "nichi" di Leonardo

Le colline di Greti, dove Leonardo ha trascorso i primi anni della sua vita, furono per lui il primo osservatorio geologico. Le tracce dei diversi livelli geologici che suscitarono la curiosità scientifica di Leonardo si trovano passeggiando fra i vigneti e i campi attorno a Cerreto, Vinci, Collegonzi e Capraia. Qui Leonardo aveva osservato e raccolto i fossili di origine marina che nelle sue carte chiama nichi, ovvero nicchi, conchiglie. Collezioni di nichi leonardiani e ricostruzioni delle stratigrafie geologiche del Medio Valdarno di cui Leonardo aveva teorizzato l’origine sono visibili nelle sezioni geologiche dei musei del territorio.

  • Nel centro di Vinci sorge un museo particolare, il primo dedicato alla figura di Leonardo nella sua complessità e ricchezza straordinarie: fondato agli inizi degli anni ’90, è stato poi riconosciuto come di Interesse Pubblico dalla Regione Toscana. In occasione del V centenario della morte del Vinci, il museo si presenta completamente ristrutturato e riallestito, con un’esposizione di opere di grande valore.

  • A Campo Zeppi, dove oggi si trova un gruppo di case coloniche, viveva Caterina, la madre di Leonardo, assieme alla famiglia dell’uomo che aveva sposato, originario di San Pantaleo, conosciuto al tempo come l’Accattabriga. Questi luoghi, di antichissima origine, sembrano cristallizzati nel paesaggio di allora: la chiesa di San Pantaleo era la parrocchia di Caterina e degli abitanti delle case di Campo Zeppi e i vigneti sono quelli che poteva vedere Leonardo quando andava a trovare la madre. Fra le zolle dei vigneti di san Pantaleo Leonardo avrebbe potuto osservare le particolari formazioni geologiche ricche di fossili di origine marina che chiamava “nichi”.

  • Collegonzi, uno degli antichi castelli che i conti Guidi possedevano nell’area di Greti, doveva apparire al tempo di Leonardo come un villaggio aperto, un agglomerato di case oramai privo delle antiche fortificazioni. È in questa forma, infatti, che viene disegnato da Leonardo nella famosa veduta a volo d’uccello della collezione Windsor Castle. Leonardo conosceva bene Collegonzi di cui descrive il famoso “taglio”, una parte dell’argine destro dell’Arno intaccata dall’azione erosiva del flusso d’acqua in cui Leonardo aveva maturato le sue osservazioni riguardo all’origine dei “nichi”, i fossili marini presenti in gran quantità nei livelli pliocenici delle colline di Collegonzi.

  • Capraia è ben presente nelle carte leonardiane. Leonardo la raffigura correttamente nelle forme del castello ben munito e strategicamente collocato sullo sperone che si affaccia sulla curva dell’Arno, poco dopo la stretta della Gonfolina. L’antico castello dei conti Alberti era stato uno dei punti forti più contesi del Valdarno sia per la posizione a controllo del fiume che come castello di confine fra territori divisi fra potentati e città. Le formazioni rocciose che Leonardo aveva osservato lungo il greto dell’Arno in prossimità di Capraia vengono puntualmente descritti e spiegati in diversi brani del Codice Leicester.

  • Montelupo è rappresentato da Leonardo nella famosa veduta della collezione Windsor Castle RL 12685. Alla confluenza della Pesa con l’Arno Leonardo ha disegnato il colle di Montelupo con una parte più alta, il castello, e una parte più bassa, anch’essa dotata di fortificazioni. Effettivamente il borgo di Montelupo fu circondata di mura nel 1336 ed è questa la forma con cui Leonardo lo rappresenta ai primi del Cinquecento. Nella carta leonardiana si vede anche nitidamente la via pisana che esce dalla porta sulla Pesa e si dirige, con tratto rettilineo, verso Pontorme e Empoli.

  • Il museo Paleontologico di Empoli offre la possibilità di conoscere l’origine di quelle formazioni geologiche che avevano suscitato tanto interesse in Leonardo. Nelle carte del Codice Leicester sono molti i riferimenti di Leonardo alle ghiare di Montelupo e di Capraia e ai fanghi azzurrognoli di Collegonzi ricchissimi di nichi. Il museo conserva, fra le altre, collezioni di malacofaune plioceniche provenienti da Spicchio sull’Arno, presso Collegonzi, i medesimi nichi osservati, raccolti e disegnati da Leonardo.

  • Il centro, con sede a Castelmartini (PT), si occupa di ricerca, tutela e promozione delle aree umide del Padule di Fucecchio. Leonardo conosceva bene questo ambiente che sembra aver riprodotto anche nel suo famoso Paesaggio del 1473. Lo specchio d’acqua ferma, al centro del disegno, sembra solcato da due forme di natanti dalle prue ricurve, del tutto simili ai navicelli di padule che fino al secolo scorso trasportavano uomini e merci da un capo all’altro del Padule di Fucecchio. Il centro organizza anche visite nell’Area Naturalistica empolese di Arnovecchio, l’habitat sviluppatosi nel luogo particolare dove un tempo passava uno dei profondi meandri del fiume che Leonardo ha disegnato poco prima della sua rettificazione.