La piazza che oggi accoglie, con il dodecaedro stellato di Leonardo, i visitatori che salgono al castello, è un invito alla fruizione dell’intero programma di conoscenza dedicato a Leonardo offerto dalle due sedi del Museo Leonardiano. L’ingresso della nuova sede, la Palazzina Uzzielli, coincide con la nuova piazza Guidi, opera dell’artista contemporaneo Mimmo Paladino. I simboli paladiniani ispirati alle geometrie del Rinascimento si fondono con i paesaggi di Leonardo in un inedito e suggestivo spazio urbano contemporaneo.
L’antico popolo di San Bartolomeo a Streda si trovava fin dalle origini al confine fra i territori di Cerreto e Vinci. Sulle pendici dei dolci rilievi su cui si adagia oggi la chiesa di San Bartolomeo, ben conservata nell’aspetto che doveva avere, grosso modo, ai tempi di Leonardo, la famiglia da Vinci possedeva i suoi vigneti più produttivi. Nell’elenco delle proprietà dichiarate del padre di Leonardo nel 1469 si trova il podere della chosta del valore complessivo di 1000 fiorini che, secondo quanto dichiarato, rendeva ben 40 barili di vino all’anno.
La zona geologica che al tempo di Leonardo comprendeva anche il popolo di San Donato in Greti, l’antica circoscrizione di una delle chiese appartenute, nel Duecento, ai conti Guidi, è caratterizzata dalle argille e da livelli pliocenici ricchi di fossili di origine marina. Si trova vicino a Collegonzi, dove Leonardo aveva osservato i famosi “nichi” di mare. Al tempo di Leonardo in questa zona si trovavano diverse fornaci per la produzione di laterizi, come quella in località Mercatale dove aveva lavorato anche il patrigno di Leonardo, il famoso Accattabriga.
La chiesa di San Lorenzo in Arniano apparteneva, alla metà del Duecento, alla potente famiglia dei conti Guidi. Si trovava su uno dei rilievi del versante del Montalbano che affaccia sulla val di Streda ed oggi ne rimane una labile traccia nelle strutture di una casa colonica in rovina lungo la strada vicinale che porta ancora il nome di San Lorenzo. Leonardo conosceva molto bene questi luoghi dove la sua famiglia possedeva terre e poderi. I corsi d’acqua del popolo di San Lorenzo in Arniano furono disegnate con grande precisione da Leonardo che aveva progettato la realizzazione, a valle, di un lago artificiale.
A Campo Zeppi, dove oggi si trova un gruppo di case coloniche, viveva Caterina, la madre di Leonardo, assieme alla famiglia dell’uomo che aveva sposato, originario di San Pantaleo, conosciuto al tempo come l’Accattabriga. Questi luoghi, di antichissima origine, sembrano cristallizzati nel paesaggio di allora: la chiesa di San Pantaleo era la parrocchia di Caterina e degli abitanti delle case di Campo Zeppi e i vigneti sono quelli che poteva vedere Leonardo quando andava a trovare la madre. Fra le zolle dei vigneti di san Pantaleo Leonardo avrebbe potuto osservare le particolari formazioni geologiche ricche di fossili di origine marina che chiamava “nichi”.
La pieve di Sant’Ansano è uno dei punti di riferimento topografico che Leonardo riportò nella famosa veduta a volo d’uccello del Montalbano (RL 12685 di Windsor) accompagnata dal toponimo santosano. Le origini della pieve, una delle più antiche delle diocesi di Pistoia, risalgono al X secolo ma la chiesa che vide Leonardo doveva corrispondere, grosso modo, all’edificio romanico, lo stesso che possiamo vedere oggi dopo i restauri del secondo dopoguerra. All’interno si può ammirare la serie dei capitelli figurati che ornano le colonne della navata centrale e il fonte battesimale in marmo attribuito a Baccio da Montelupo.
L’antico popolo di Santa Lucia a Paterno comprendeva, al tempo di Leonardo, la frazione di Anchiano, località dove si trova oggi la casa poderale che la tradizione riconosce come la Casa Natale di Leonardo. La chiesa di Santa Lucia, che si conserva in forme settecentesche, ha assorbito dall’inizio del secolo scorso questa memoria leonardiana trasmessa attraverso una lapide che la ricorda come la chiesa dove fu battezzato Leonardo, evento che, invece, avvenne nella chiesa della Santa Croce a Vinci. Tuttavia la chiesa di Paterno fu la parrocchia del ramo familiare di uno dei fratelli di Leonardo, Guglielmo di Ser Piero da Vinci, che nel testamento dispose per la sua sepoltura nella piccola chiesa di Santa Lucia.
La chiesa di santa Maria a Faltognano, alle pendici del Montalbano, apparteneva un tempo al distretto castellano di Vinci. Alla chiesa di Faltognano facevano capo gli abitanti dei piccoli gruppi di case di queste colline, ben conosciute anche da Leonardo. In queste zone si trovavano infatti, alcuni dei poderi e delle terre dei da Vinci. I nomi di quei luoghi, come per esempio la Noce, il Capannile e il podere Santa Maria, sono ben conservati nella toponomastica attuale e si riconoscono, fra l’altro, con gli stessi nomi, nelle piante cinquecentesche dei Capitani di Parte Guelfa.
Vitolini, piccolo centro aggrappato al Montalbano di Greti, affonda la sua storia nei secoli centrali del Medioevo quando era un piccolo abitato legato alla città di Pistoia e il popolo della sua chiesa, San Pietro, dipendeva dalla pieve di Greti. La campana in bronzo della chiesa porta la firma dei suoi artefici, magistri pistoiesi, e reca la data del 1285, un anno dopo l’istituzione del podestà. Dalla metà del Trecento, tuttavia, Vitolini entra definitivamente nell’orbita fiorentina. È in questa fase che il borgo viene dotato di mura e torri, le quattro torri riportate effettivamente nel disegno di Leonardo nella famosa veduta a volo d’uccello della collezione Windsor Castle.