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Piero della Francesca, Storie della Vera Croce, Basilica di San Francesco, Arezzo

La città di Arezzo è uno degli snodi decisivi per un percorso leonardiano in Toscana: raffigurata ben due volte dall’artista di Vinci in carte conservate a Windsor, è segnalata in numerose altre sue opere. Grazie alla sua posizione strategica verso le città adriatiche, Arezzo si arricchì di straordinarie opere d’arte, quale il celebre ciclo di affreschi raffigurante la Leggenda della vera croce, di Piero della Francesca; proprio in uno dei suoi monumenti principali, il Duomo, è visibile una vetrata cinquecentesca che potrebbe raffigurare lo stesso Leonardo Da Vinci.

Anfiteatro romano di Arezzo

Nel Rinascimento Arezzo era uno snodo fondamentale degli itinerari che dalla Toscana andavano verso l’Adriatico, ma vi era anche un altro aspetto in grado di suscitare un grande interesse in Leonardo: la sua storia antichissima e i reperti archeologici di età ellenistica, etrusca e romana che già avevano influenzato Donatello e il Verrocchio. Questo patrimonio è oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo, intitolato a un celebre figlio della città, Gaio Cilnio Mecenate.

Tumulo di Montecalvario

In un disegno leonardiano conservato al Louvre, nel Cabinet des Dessins, è raffigurata una struttura molto simile al complesso funerario che venne casualmente scoperto all’inizio del XVI secolo nei pressi di Castellina in Chianti: non si tratta, in ogni caso, di un preciso rilievo dell’edificio, ma di un concreto spunto di ricerca per l’artista di Vinci.

Porta Fiorentina, Castiglion Fiorentino

Dell’antico borgo a sud di Arezzo Leonardo si è occupato a più riprese, con analisi molto approfondite: quello che lui chiama “Castiglion Aretino” è studiato dal vero dal Vinci, in una carta che riporta la distanza in miglia del centro abitato da altre località del territorio circostante; in un altro lavoro, l’artista descrive con precisione il suo complesso apparato difensivo; nel Codice Atlantico, infine, sono studiate le lunghezze delle strade della zona e dei locali corsi d’acqua.

Chiusi, Piazza Duomo

Chiusi fu un centro urbano di grande importanza nel mondo etrusco, e conservò un ruolo rilevante fino al Medioevo: Leonardo, in una carta conservata nel Regno Unito, la mette in grande evidenza, e la ricorda anche in altri manoscritti. Alla tomba del leggendario Re di Chiusi, Porsenna, il Vinci dedicò uno studio.

Musa Polimnia di Cortona

Di Cortona troviamo diverse testimonianze negli scritti di Leonardo, che grande importanza dà anche al corso d’acqua che scorre davanti alla città. Nella locale Biblioteca Etrusca è conservata una copia seicentesca del Libro di Pittura del Vinci, mentre nel Museo dell’Accademia è presente la Musa Polymnia, pittura su lavagna che non ha ancora trovato una collocazione cronologica definitiva.

Fortezza della Verruca, Calci

Roccaforte difensiva della Repubblica Pisana, fu ispezionata da Leonardo nel 1503 per progettarne il ripristino dopo la sconfitta di Pisa da parte dei Fiorentini. Leonardo la disegna, intorno al 1503, nei fogli 4r, 7v e 8r del Codice di Madrid II.

Fortezza Medicea di Piombino

Nella sua seconda visita a Piombino, Leonardo ebbe modo di studiare con attenzione il castello cittadino, oggi inglobato nella fortezza, spingendosi a ipotizzare alcuni interventi architettonici. Il complesso monumentale, oggi riconvertito a sede museale ed espositiva, ha avuto nel suo lungo passato molte destinazioni d’uso, tra cui quella di carcere per circa un secolo dalla metà dell’Ottocento.

Mura di Piombino

Le mura urbane furono uno dei principali motivi di interesse di Leonardo per Piombino: se nel primo soggiorno in riva al Tirreno si era dedicato soprattutto alla bonifica delle paludi e ai temi della viabilità, nel secondo si dedicò espressamente allo studio del sistema difensivo della città, per il quale propose alcuni importanti interventi.

Castello di Murlo

Alla fine del VII secolo a.C. sorse, nei pressi dell’attuale centro abitato di Murlo, un imponente palazzo, che dopo secoli di abbandono e oblio è stato riscoperto soltanto nel secondo ‘900: in una delle carte della collezione Windsor, Leonardo indica questo insediamento. Oggi in loco è visitabile il Museo Archeologico.

Museo della Battaglia e di Anghiari, plastico della battaglia

Al centro del paese fortificato di Anghiari, sotto le cui mura si svolse la battaglia, si trova il Palazzo del Marzocco, cinquecentesco edificio che ospita il Museo della Battaglia e di Anghiari. Il Museo è l’unico luogo dove, tramite la tecnologia digitale, si possono vedere tutti i disegni e le copie del dipinto scomparso. Inoltre una rassegna di reperti antichi, manoscritti, opere a stampa e antiche armi da fuoco, offrono uno spaccato storico del territorio che ospitò il grande avvenimento.

Piombino

La storia di Piombino è lunga e piena di avvenimenti: sorta sulle ceneri dell’antica civiltà etrusca, la città ha attraversato i secoli medievali e del Rinascimento fino a costituirsi in Principato, forma nella quale è poi giunta a unirsi al Granducato di Toscana nel 1815. Leonardo fu a Piombino in due occasioni: nella prima per conto di Cesare Borgia si occupò del territorio, mentre nella seconda si dedicò a studi urbanistici su richiesta di Firenze.

Piazza dei Miracoli, Pisa

Pisa è uno dei principali centri artistici e culturali della Toscana, e anche per Leonardo fu un grande polo d’interesse: tanto suo padre quanto suo fratello Lorenzo lavorarono per anni in questa città, mentre suo nipote, lo scultore Pierino, addirittura vi morì dopo avervi lavorato a importanti committenze pubbliche. Il territorio pisano fu studiato a lungo dal Vinci, soprattutto in relazione al celebre progetto di deviazione dell’Arno, con cui Firenze intendeva vincere le resistenze di Pisa privandola dell’acqua.

L'Arno a Pisa

Nel Codice di Madrid II, ai fogli 52v-53r, che costituiscono lo studio più ravvicinato dei dintorni di Pisa, Leonardo offre notizie importanti sull’assetto idrografico del territorio prima degli interventi granducali. Leonardo si interessò del territorio pisano soprattutto nel periodo intorno al 1503-1504, in relazione al progetto di deviazione dell’Arno verso lo Stagno di Livorno, la cui realizzazione fu iniziata il 22 agosto 1504 e si concluse con un fallimento nell’autunno seguente.

Giovanni Pisano, Pulpito di Sant'Andrea, Pistoia

Si tratta di una città centrale per la formazione artistica di Leonardo: il suo maestro Andrea Del Verrocchio lavorò a lungo come scultore e come pittore nel duomo cittadino, nonché probabilmente nella chiesa di San Domenico, forse con alcuni interventi dello stesso artista vinciano. A Pistoia, nella cui diocesi ricadeva Vinci, il giovane artista poté ammirare celebri sculture di Nicola e Giovanni Pisano, nonché importanti cicli di affreschi. Il nome della città, in cui abitava tra l’altro una zia di Leonardo, compare numerose volte nelle carte leonardiane, in particolare negli studi per la deviazione dell’Arno.

Necropoli di Populonia

Nel Golfo di Baratti sorse l’unica grande città marinara della civiltà etrusca: Populonia, che Leonardo indica due volte in manoscritti degl inizi del XVI secolo. Rimangono a testimoniare la gloria passata le splendide archietture dei tumuli, oltre ad arredi funerari e reperti in genere che sono per lo più esposti a Piombino, dove sorge il Museo Archeologico del Territorio di Populonia.

Porticciolo della Marina

Leonardo ebbe modo di studiare il porticciolo nella sua seconda visita a Piombino, nel 1504: agli occhi del Vinci apparve come un chiaro punto debole nell’assetto difensivo costiero, tanto che l’artista si spinse a immaginare e raffigurare un bastione fortificato da erigersi nello stesso luogo.

Porta del Mercatale, Prato

Prato esercitò su Leonardo un fascino di lunga durata: prima di tutto, fu il fulcro del grande progetto di deviazione dell’Arno, le cui acque il genio vinciano voleva convogliare in un canale navigabile che avrebbe attraversato il tessuto urbano. Inoltre, erano pratesi alcuni amici del Vinci, tra cui Filippino Lippi, e proprio in questa città erano e sono tuttora conservate opere di Donatello e del Sangallo che suscitarono in Leonardo un grande interesse.