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Committenti e famiglie, palazzi e conventi

Committenti e famiglie, palazzi e conventi

Ser Piero, padre di Leonardo, per la sua professione di notaio fu in rapporto di fiducia e di amicizia con le più prestigiose famiglie fiorentine e non solo (si pensi per esempio ai Bentivoglio, signori di Bologna). Lavorò, inoltre, per molte istituzioni civili e religiose come, ad esempio, i conventi di San Pier Martire, di San Donato a Scopeto e della Santissima Annunziata.
Nei conventi e nei palazzi di Firenze Leonardo ebbe varie opportunità di accedere a materiali di studio e di ricevere commissioni per dipinti, oltre ad alcuni incarichi di consulenza e progettazione.

  • A Palazzo Benci fu a lungo conservata, come attesta il Vasari, l’incompiuta Adorazione dei Magi. Lo stesso Amerigo Benci aveva incaricato Leonardo di eseguire un ritratto, oggi conservato presso la National Gallery of Art di Washington, della figlia Ginevra. In diversi scritti Leonardo cita fra i suoi compagni un “Giovanni di Amerigo Benci”.

  • In un promemoria del Codice Atlantico Leonardo si riferisce a Pier Francesco della famiglia Ginori, il cui palazzo si trova nella via omonima. Tra i Ginori si può ricordare Gabriello, podestà a Milano quando anche Leonardo era nella capitale del ducato sforzesco. Nel XVIII secolo i discendenti della famiglia fonderanno la celebre fabbrica di porcellane.

  • Ser Piero abitò fino al 1480 in Via delle Prestanze, ampliata nell’Ottocento dai lavori per Firenze capitale configurando l’attuale Via dei Gondi. L’edificio apparteneva all’Arte dei Mercatanti, che la vendette nel 1485 a Giuliano Gondi, già proprietario dell’abitazione confinante: abbattuto l’edificio, Giuliano da Sangallo costruì l’attuale Palazzo Gondi, dove un’iscrizione ricorda la presenza di Leonardo. È interessante notare come il Vinci citi nel Codice Atlantico (f. 1024v), fra gli altri amici, anche Giuliano.

  • Già Ser Piero aveva stretto relazioni con la casata medicea, con cui il figlio Leonardo ebbe un rapporto importante in due periodi della sua vita. L’artista frequentò il Giardino di Lorenzo il Magnifico, che verso il 1482 lo inviò a Milano per recare in dono una lira d’argento a Ludovico il Moro. Nel 1512 i Medici rientrarono a Firenze, Giovanni fu eletto papa col nome di Leone X e Leonardo si recò a Roma con Giuliano, committente della Gioconda. Progettò un nuovo palazzo mediceo di fronte all’attuale Palazzo Medici Riccardi e il riassetto del quartiere circostante, oltre alle Stalle medicee.

  • La famiglia Pandolfini era una delle più importanti a Firenze all’epoca di Leonardo, che cita "Pandolfino" in diversi scritti. Francesco Pandolfini, ambasciatore fiorentino in Francia, scrisse alla Signoria per manifestare il desiderio di Luigi XII di trattenere Leonardo a Milano alle sue dipendenze.

  • Leonardo menziona più volte la famiglia Pazzi, di cui frequentava evidentemente l’abitazione. L’artista seguì la vicenda della congiura contro i Medici, come testimonia il suo disegno dell’Impiccato, e studiò l’architettura della cappella Pazzi in Santa Croce.

  • Questa importante famiglia fiorentina, imparentata con i Medici, era amica del padre di Leonardo. Il celebre Palazzo Rucellai fu edificato alla metà del Quattrocento da Bernardo Rossellino su disegno dell’Alberti, e ispirò l’architettura di alcuni dei principali palazzi fiorentini. L’unico ingegno idraulico progettato da Leonardo, di cui è finora documentata la realizzazione, è il contatore d’acqua che egli avrebbe inviato dalla Francia a Bernardo Rucellai.

  • Una volta rientrato a Firenze nel 1500, il Vinci si stabilì nel convento della Santissima Annunziata, per la cui chiesa fu incaricato di realizzare la pittura per l’altare maggiore: il Vasari ci informa che in quegli ambienti lavorò al cartone della Sant’Anna, ammiratissimo, ma che risulterebbe perduto e non corrisponde a quello della National Gallery di Londra.

  • Monte Oliveto è il colle alle porte di Firenze, subito fuori San Frediano, dove nel 1472 fu ampliata e ristrutturata in forme rinascimentali la chiesa di San Bartolomeo con il relativo convento. Da qui, nel 1867, fu prelevata per essere trasportata agli Uffizi l’Annunciazione di Leonardo. Vi si conserva un’Ultima Cena del Sodoma, seguace di Leonardo.

  • Chiesa e convento si trovavano appena fuori le mura, nei pressi di Porta Romana: nel 1420 furono acquisiti dagli Agostiniani, il cui notaio sarà Ser Piero, padre di Leonardo. Per essi il Vinci iniziò, nel 1481, la grande tavola dell’Adorazione dei Magi: rimasta incompiuta, l’opera è oggi conservata nella Galleria degli Uffizi.

  • San Marco era uno dei centri principali della vita culturale e religiosa fiorentina, a cui Leonardo fa spesso riferimento. Di notevole importanza, se rapportato all’Ultima Cena di Leonardo a Milano, è l’analoga opera del Ghirlandaio qui conservata.

  • È l’unica chiesa fiorentina esterna alle mura a non essere stata distrutta durante l’assedio del 1529. Il Battesimo del Verrocchio proviene da qui: vi si riconosce l’intervento di Leonardo nell’angelo di sinistra, nel paesaggio, nel Cristo e in altri dettagli. Nell’edificio di origine romanica si conserva il Cenacolo di Andrea del Sarto.

  • Questo straordinario complesso architettonico conserva opere ammirate da Leonardo, come il ciclo di affreschi di Giotto e il Crocifisso di Cimabue nel refettorio, o da lui presi a modello, come la Cappella Pazzi del Brunelleschi. Nel Codice Atlantico si ha un’enigmatica annotazione relativa forse a un lavoro commissionato a Leonardo per Santa Croce.

  • Il 22 marzo 1508, alla fine del suo secondo periodo fiorentino, Leonardo abitava in via degli Spadai, oggi via Martelli, "in casa di Piero di Braccio Martelli": con lui era lo scultore Giovan Francesco Rustici, che aiutò nella realizzazione dei tre bronzi innalzati sopra la Porta Nord del Battistero (la Predica di San Giovanni). Proprio a palazzo Martelli, poi incorporato nel collegio degli Scolopi, Leonardo iniziò la compilazione di una parte del Codice Arundel.