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Palazzo Gondi

Il 28 ottobre 1467 in un rogito di Ser Piero si legge: «actum Florentie in Populo Sancti Appolinaris, in domo habitationis mei notarii infrascripti», ossia redatto da Ser Piero nella propria abitazione di Sant’Apollinare.
Si tratta già, molto probabilmente, della casa in cui Ser Piero abitò fino al 1480, nel Popolo di Sant’Apollinare, in Via delle Prestanze (detta anche Via del Montecomune, o sdrucciolo della Dogana), ampliata nell’Ottocento dai lavori del Poggi per Firenze capitale, configurando l’attuale Via dei Gondi. L’edificio apparteneva all’Arte dei Mercatanti (o di Calimala); Ser Piero lo teneva in subafitto da Michele di Giorgio del Maestro Cristofano e poi da Giuliano Gondi. Infatti Ser Piero, nel Catasto del 1480, precisava: «Stavo prima a pigione in una casa dell’Arte de’ Mercatanti […] per fiorini 30 l’anno. Rispondo di detta pigione a Giuliano Gondi per tutto ottobre prossimo che viene, 1480».
Nel 1485 il Gondi, che già possedeva l’abitazione confinante, nella quale viveva, acquistò anche le case dell’Arte dei Mercatanti; fece abbattere questi edifici e incaricò Giuliano da Sangallo di costruire l’attuale Palazzo Gondi. I lavori iniziarono il 29 luglio 1490. Qui un’iscrizione ricorda: «leonardo da vinci / visse la benaugurata giovinezza / in una casa dell’arte dei mercatanti / che da giuliano gondi fu compra e disfatta / nel murare questo palagio / al quale dandosi perfezione nel mdccclxxiv / il comune e il signore concordi / vollero che la memoria di tanto nome / al nobile e vago edificio / accrescesse decoro».
È interessante notare come Leonardo citi nel Codice Atlantico (f. 1024v), fra gli altri amici, anche Giuliano Gondi, il quale aveva molte attività commerciali fuori Firenze: i suoi figli, infatti, operavano a Napoli, in Ungheria e a Costantinopoli.

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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