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Fortezza della Verruca, Calci

Leonardo indica con "Verruchola" (o "Verrucha") la strategica fortezza e il Monte della Verruca in comune di Calci. Lo disegna, intorno al 1503, nei fogli 4r, 7v e 8r del Codice di Madrid II e nella carta di Windsor RL 12683; lo menziona inoltre nei fogli 1r, 1v, 3r, 22v, 53r del Codice II di Madrid, e nel foglio 305r del Codice Atlantico. Il luogo è forse evocato in forma idealizzata anche in un disegno di "Diluvio apocalittico" databile attorno al 1516 (Windsor, RL 12385).
La rocca, aggrappata a uno sperone roccioso, costituiva uno dei capisaldi nel sistema difensivo della Repubblica Pisana sul versante lucchese insieme ai castelli di Caprona e Vicopisano. Scipione Ammirato ne parla come di "una scogliera che sembra un mucchio di torri". In una lettera del 14 giugno 1503, Niccolò Machiavelli suggeriva ai capitani dell'esercito fiorentino che assediava Pisa: "... Levarvi dinanzi alli occhi la Verrucola, la quale ci è stata sempre una continua molestia et uno impedimento ad cotesti nostri luoghi all'intorno, et adiuto non piccolo alli inimici... Et così quello che fussi da fare poi facendo la impresa della Verrucola, et havendola expugnata". Solo sette giorni più tardi, il 21 giugno, Leonardo si recò a ispezionare la fortezza, già conquistata, e a progettarne il ripristino; nei documenti relativi alle due settimane seguenti si parla di disegni e di un modello per lavori che erano presumibilmente già compiuti l'anno seguente, quando Antonio da Sangallo il Vecchio vi si recò (il 7 giugno 1504), reduce dalle fortificazioni di Ripafratta, "per vedere se vi manca nulla".

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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