L’Uomo vitruviano è un’immagine universale. Alla fine del I secolo a.C. viene scritto il trattato con cui Vitruvio passò alla storia, De architectura. La parte dedicata alle proporzioni degli edifici riporta il famoso principio dell’armonia di ogni corpo che risponde a regole precise, a numeri, a canoni. Questo semplice principio dell’arte antica riaffiora durante il Rinascimento: Leonardo e i suoi contemporanei conoscevano il tema del canone che, secondo il testo vitruviano, regolava le proporzioni nelle arti figurative. In diversi hanno proposto una versione grafica del canone vitruviano ma la soluzione di Leonardo, conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è decisamente quella più corretta, più raffinata e allo stesso tempo più originale. È ancora una volta la volontà di sperimentare che conduce Leonardo al suo Uomo Vitruviano, una delle immagini più famose al mondo. Il risultato della sua meticolosa ricerca è data dalla duplice posizione della figura umana, in piedi e con le braccia distese, perfettamente iscritta nel quadrato e supina, con braccia e gambe divaricate a toccare la circonferenza del cerchio. L’originale soluzione raggiunta da Leonardo è la più corretta, l’unica, ad esempio, che rispetta il canone vitruviano del centro nell’ombelico. A questo raffinatissimo modello Leonardo è giunto attraverso il suo personale e modernissimo modo di fare ricerca, attraverso prove e sperimentazioni che lo hanno portato a proporre in alcuni dettagli anatomici misure diverse da quelle canoniche, come egli stesso scrive nel testo che accompagna il disegno. Il suo Uomo vitruviano è infatti il più corretto ma non una riproduzione esatta. È una versione nuova, aggiornata, frutto della voglia di conoscere, sperimentare, migliorare.