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Montespertoli

Il centro fortificato che Leonardo rappresenta nella mappa RL 12278 di Windsor con il nome di “Spertoli”, subito al di sopra dell’idronimo “Vergigno”, è l’abitato di Montespertoli. In quel momento, ovvero all’inizio del Cinquecento, la parte più consistente dell’abitato era costituita dal borgo sorto all’esterno del nucleo fortificato più antico, attorno all’area del Mercatale, il cuore economico e politico del nuovo centro di Montespertoli. Il palazzo signorile (oggi proprietà del barone Sonnino) che, dal rilievo di levante, domina ancora il paese, occupa il sito di quello che doveva essere l’antico castello di Montespertoli.

La prima attestazione di opere di fortificazione del luogo chiamato, fin dall’anno 1000, “monte Sighipertuli”, “Montipertuli” o “monte Spertuli” risale alla fine del secolo XI. Una carta del 1093 ci informa, infatti, che il signore del luogo, un esponente della famiglia dei Ghisolfi, doveva aver provveduto negli anni precedenti a fortificare un’altura di sua proprietà, il castello di “Collepertuli”. L’atto viene stilato a Catignano, dove erano presenti Ildibrandino del fu Pagano dei Ghisolfi e il conte Ughiccione, esponente della famiglia dei Cadolingi. Uno degli aspetti più interessanti del documento è che si viene a conoscenza del fatto che l’attore principale, il conte Ughiccione, aveva aiutato economicamente i Ghisolfi per la realizzazione di determinate opere murarie e che l’impegno era rivolto, come sembra, alla realizzazione delle fortificazioni di “Collepertuli”. Da questo momento in poi, infatti, Montespertoli compare nei documenti come castello. Una carta del monastero di Passignano del 1097, ad esempio, fa menzione di un castrum in luogo detto “montesipertuli”. Successivamente, nel 1134, troviamo alcuni personaggi eminenti rogare “in castro de montibertuli”. Si tratta degli ultimi esponenti di quel ramo familiare dei Ghisolfi ancora legato al castello di Montespertoli e che, tuttavia, non risulta avere una discendenza oltre la metà del secolo XII. Nel corso di questo secolo, infatti, il castello risulta parte delle proprietà di un’altra famiglia signorile, quella dei de Calebona, che possedeva anche il vicino castello di Lucardo. Questo avvenne probabilmente per il legame che si era venuto a creare al tempo della realizzazione del castello di Montespertoli fra Ranieri di Ghisolfo dei Ghisolfi e Ghisla, figlia di Teuderico di Ildebrando, della famiglia dei de Calebona, (chiamato, in una occasione, Teuderico “de Lucardo”). Dunque, mentre il ramo dei Ghisolfi si esaurisce, il castello di Montespertoli passa nelle mani dei discendenti di Teuderico da Lucardo. Durante il secolo XII gli esponenti di spicco di questo ramo della famiglia vengono rammentati nelle carte come domini “de Montespertoli”. Già all’inizio del Duecento, tuttavia, questa stirpe di signori di castello risulta ormai residente a Firenze ed è conosciuta con il nome del castello eponimo, ovvero la famiglia dei “Da Montespertoli”.
La famiglia fiorentina dei “Da Montespertoli” si estinse alla fine del Trecento. Successivamente il castello, oramai esaurita ogni funzione militare, passa nelle mani della famiglia Machiavelli, come il vicino castello di Lucardo. L’arme della famiglia è visibile sul pozzo della piazza del mercato, oggi Piazza Machiavelli. La storia di Montespertoli e del suo sviluppo urbano, avvenuto ben oltre il limitato sito dell’antico castello, coincide con la storia dello sviluppo dei commerci lungo la Via volterrana. Sulla strada, che lambiva il castello di Montespertoli, si sviluppò il Mercatale, il luogo del mercato settimanale, che nel corso del Quattrocento fu ufficialmente spostato dall’antica sede, presso la pieve di San Pietro, al più agevole spazio disponibile nel borgo extramurario del castello. La forma triangolare della piazza del mercato (Piazza Machiavelli) ha origine come allargamento della biforcazione della via che proveniva da Nord-Est in direzione di Montelupo e di Castelfiorentino.
A cura di
Silvia Leporatti
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