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Tonda

Il piccolo castello disegnato da Leonardo nella mappa RL 12278 di Windsor, in alta Val d’Egola, fra i castelli di Collegalli e Montaione, segnato con il nome di "tonda", è identificabile nel piccolo borgo omonimo posto a pochi chilometri a nordovest di Montaione. Leonardo lo raffigura come un castello cinto da mura, aspetto che doveva avere ancora agli inizi del Cinquecento. Tonda oggi è stato trasformato in un resort, ma mantiene ancora le forme e l’impianto del borgo medievale.

Il castello de Tonda compare per la prima volta nel 1161 in riferimento al vescovo di Volterra. Nella seconda metà del XII secolo la Val d’Egola era infatti parte della diocesi di quella città. A quel tempo il vescovo di Volterra vantava diritti signorili su una serie di castelli fra cui, oltre che sul castello di Tonda, anche su quelli di Barbialla e di Pietra. Nello stesso periodo, tuttavia, la città di Pisa, che in questo periodo tentava di ritagliarsi un dominio territoriale verso le zone interne, era interessata a questo settore del Valdarno Inferiore. Nel 1161 Pisa, fedele alleata del Barbarossa, aveva ottenuto il controllo della Val d’Egola fino a Barbialla e Montignoso. Solo un anno più tardi, nel 1163, abbiamo notizia dell’occupazione pisana del castello di Tonda, avvenuta a seguito dell’assedio e della distruzione dei forti castelli di Peccioli e di Pava. Le mire della città di Pisa su questo territorio, che voleva allungare il proprio comitatus fino alle colline di San Miniato, si scontrerà, nel secolo successivo, con l’ascesa del forte castello federiciano. La storia del castello di Tonda seguirà quindi l’evolversi di queste vicende.
All’inizio del Duecento il castello di Tonda risulta in mano a personaggi della piccola nobiltà pisana appartenente alla consorteria dei Pannocchieschi d’Elci anche se alcuni documenti ci informano che l’antico signore, il vescovo di Volterra, possedeva ancora diverse case e terreni posti sia nel castello che nella curtis di Tonda. In questi stessi anni, però, il giovane comune di San Miniato, in forte ascesa, estese il suo territorio di pertinenza fino al comprendere ampi settori della Val d’Egola. Nel 1230 i signori di Tonda cedono a San Miniato la loro quota del castello. Nello stesso momento la comunità di castello faceva spontaneamente atto di sottomissione alle autorità sanminatesi. La politica territoriale del forte castello federiciano era imperniata sul mantenimento della rete di castelli preesistenti di cui non modificò l’assetto ma che utilizzò per la vigilanza sul contado. In sostanza, San Miniato tese a servirsi delle strutture di governo che già funzionavano nelle comunità di castello. In alcuni casi, come documentato per il castello di Tonda, mantenne le stesse figure del notabilato locale già impegnate nel governo della comunità. È il caso del castellano di Tonda, rappresentante della famiglia degli ultimi signori del luogo, che viene incaricato della funzione giurisdizionale della comunità di castello per conto del comune di San Miniato. La storia di questo piccolo castello segue dunque, per tutto l’arco del Duecento, quella del forte castello federiciano dalla vocazione “urbana”. Tuttavia nel corso del Trecento si concretizza l’azione militare di Firenze, che con l’acquisizione del territorio sanminiatese intendeva controllare l’importante nodo delle vie commerciali che transitavano ai piedi del colle di San Miniato. Il castello di Tonda, assieme ai castelli di Montaione, Collegalli, Barbialla e Santo Stefano, viene acquisito da Firenze nel 1370. Dal punto di vista amministrativo Tonda entra a far parte della podesteria di Montaione.
Nel periodo in cui Leonardo disegna sulla sua mappa il piccolo castello di Tonda esso doveva avere ancora in piedi gli elementi caratteristici di un centro fortificato bassomedievale. Le fonti fiscali del tempo registrano quasi trecento persone residenti. All’inizio dell’Ottocento è ancora un piccolo borgo abitato, ma nel dopoguerra risulta in totale abbandono. Oggi il piccolo borgo è stato ristrutturato per essere trasformato in resort tuttavia il restauro non ha cancellato del tutto l’impianto originario. L’attuale borgo di Tonda si può raggiungere facilmente da Montaione con due percorsi possibili: prendendo la strada che porta a San Vivaldo si svolta a destra circa un chilometro prima di San Vivaldo. In alternativa si può arrivare seguendo la strada che da Montaione porta a San Miniato svoltando a sinistra oltre il ponte sul torrente Egola, oltrepassando la frazione Alberi, salendo sulle colline e svoltando a destra al bivio con la Sughera.
A cura di
Silvia Leporatti
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