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Ponte a Cappiano

Il ponte sull’Usciana che si trova oggi a Cappiano è il ponte monumentale realizzato sostanzialmente in questa forma alla metà del Cinquecento per iniziativa del Granduca Cosimo I, come documentato dalle epigrafi in marmo apposte sulle sue strutture in laterizi. Una delle due torri del ponte mediceo apparteneva forse in origine al ponte fortificato di Cappiano che Leonardo ha disegnato nella famosa carta della valle dell’Arno RL 12685 della collezione Windsor Castle. Al tempo di Leonardo, infatti, il ponte di Cappiano manteneva ancora la forma che aveva raggiunto qualche secolo prima, quando l’importante attraversamento della Francigena sull’Usciana era stato fortificato, dotandolo di una torre. Ed è proprio nelle forme tardo-duecentesche che Leonardo riporta sulla carta il futuro ponte mediceo di Cappiano.

La popolazione che gravitava sul fiume Usciana, l’emissario delle acque stagnanti che in quei secoli avevano dato forma al Padule di Fucecchio, faceva capo alla pieve di San Pietro di Cappiano, attestata fin dall’anno 766. Le colline di Cappiano, affacciate sul Padule, sembrano già densamente abitate al principio del secolo XI se l’elenco dei villaggi dipendenti dalla pieve di Cappiano del 1018 riporta i nomi di ben 31 villaggi. L’ampiezza e la popolosità di quest’area è confermata dal fatto che un secolo dopo, all’indomani dell’estinzione della casata dei Cadolingi, conti di Fucecchio e titolari anche in questa zona di beni e diritti, gli uomini di Cappiano presenti al giuramento del 1119 risultano più del doppio di quelli di Fucecchio. Fattori determinanti per lo sviluppo demico di quelle contrade furono certamente il potenziale alimentare – pressochè illimitato – della risorsa ittica del padule e la presenza della strada romea, la Francigena, che passava da qui almeno dal X secolo, come documentato dal noto racconto del “viaggio” di Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury. Secondo questa fonte la strada, dopo aver superato l’Arno (Arne Blanche) raggiungeva i pressi del castello cadolingio di Salamarzana (Fucecchio), passava l’Aqua Nigra/Usciana e poi saliva sulle Cerbaie, l’area collinare che consentiva al percorso di superare la zona umida del sistema lago di Bientina-Padule di Fucecchio e raggiungere Lucca. Il percorso doveva necessariamente superare l’Usciana a Cappiano dove esisteva un ponte almeno dal principio del secolo XI. È quanto si può ricostruire dal modo in cui viene appellata la villa de Cappiano detta de ultra ponte et de ista parte perché doveva essersi sviluppata sulle due sponde dell’Usciana, in corrispondenza del ponte che consentiva alla strada romea di passare oltre il fiume per proseguire sulle Cerbaie.
Verso la fine del Duecento, in uno scenario completamente diverso, la strada romea, articolata negli snodi fucecchiesi del ponte sull’Arno e del ponte sull’Usciana, assume un ruolo del tutto nuovo. La strada, collegata in quel punto al sistema costituito dal castello di Fucecchio e dei due attraversamenti obbligati, diviene un nodo strategico di primaria importanza nel controllo del confine che, sullo scorcio del secolo XIII, vedeva opposti la città di Lucca e Firenze, intenzionata, allora, a spingere il confine del suo territorio oltre l’Arno, verso la Valdinievole. È in questo quadro che si deve leggere l’intervento sulle infrastrutture viarie, sui ponti e sullo stesso centro fortificato di Fucecchio che vennero a costituire, fra la fine del Duecento e i primi del Trecento un vero e proprio programma di rafforzamento e di presidio del confine fra l’Arno e il padule. Gli interventi furono messi a punto da Lucca che, mediante gli stretti rapporti che aveva con l’ospedale di Altopascio, controllava quel tratto di strada che dall’Arno saliva sulle Cerbaie e puntava verso la città. Il programma prevedeva appunto la fortificazione di Fucecchio, che venne circondato da un nuovo giro di mura, e dalla fortificazione dei due ponti. Il vecchio ponte in legno sull’Arno del tempo di Federico II venne sostituito nel 1261 da un ponte in pietra dotato di almeno una torre nel 1282. Contemporaneamente il ponte di Cappiano venne dotato di una torre provvista di almeno due ponti levatoi e doveva essere presidiato da una guarnigione permanente di trenta armati. È sostanzialmente in questa forma che Leonardo lo disegnerà ai primi del Cinquecento, poco prima della sua radicale trasformazione voluta da Cosimo I.
Dopo la peste che decimò la popolazione a metà del Trecento e lo stato di guerra perenne in cui si trovava questo settore del Valdarno, all’inizio del Quattrocento Cappiano era un luogo desolato. Nel 1397 il vicario del Vescovo di Lucca usa queste parole per descriverlo: “loco solitudinis et vasti”, un luogo privo di anime, deserto e abbandonato. Il ponte di Cappiano che Leonardo raffigura nella famosa veduta a volo d’uccello RL 12685 costituisce l’ultima immagine della forma raggiunta dalla struttura alla fine del Duecento, quando venne dotato di fortificazioni. Il disegno di Leonardo riproduce un fortilizio turrito a cavallo dell’Usciana. Sul prospetto della facciata che guarda verso Fucecchio, da dove proveniva la strada per Lucca, si vede un arco, l’ingresso del passaggio coperto che conduceva sull’altro lato del corso d’acqua. Il ponte fortificato di Cappiano disegnato da Leonardo è perfettamente coerente con un’altra raffigurazione del medesimo manufatto che si trova in una carta più antica, all’incirca della metà del Quattrocento. In questo disegno, che precede di poco l’immagine leonardiana, il ponte di Cappiano è visto da ponente ed è composto da un passaggio coperto dominato da una torre sul lato che guarda verso Fucecchio. Alla metà del Cinquecento il ponte di Cappiano fu radicalmente ricostruito per iniziativa di Cosimo I de’ Medici come avverte l’epigrafe commemorativa che comincia con queste parole: COSIMO MEDICI DUCA DI FIORENZA/HA RIFATTO QUESTO LOCO DA' FONDAMENTI […]. Ecco che il ponte di Cappiano del disegno di Leonardo costituisce una preziosa istantanea dell’antico ponte-fortezza progettato e realizzato da Lucca alla fine del Duecento.
A cura di
Silvia Leporatti
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