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Villa Tovaglia

Percorrendo via Santa Margherita a Montici, che dalla chiesa conduce a Piazza Calda e quindi scende fino alla Villa di Rusciano, si trova quella che era Villa La Torre, poi "La Bugia", appartenuta ai Guicciardini dal 1507 al 1634, quindi ai Nerli e infine ai Morrocchi. Fu costruita in antico dagli Amidei e il 4 settembre 1470 fu ceduta da Giovanni Francesco Amidei ad Agnolo di Lapo del Tovaglia, che tra il 1480 e il 1490 la fece ampliare e ristrutturare dall’architetto mediceo Lorenzo da Montaguto.
L’11 agosto 1500 Francesco Malatesta spedì da Firenze a Francesco II Gonzaga, che lo aveva incaricato di questo compito, il rilievo della villa eseguito da Leonardo, come progetto per eseguirne una replica. Il Malatesta precisa: «Mando alla Illustrissima Signoria Vostra el disegno de la chasa de Agnolo Tovaglia facto per man propria de Leonardo Vinci… El prefato Leonardo dice che a fare una cosa perfecta bisogneria trasportare questo sito che è qui, là dove vol fabrichare la Signoria Vostra… Non ho facto far colorire el disegno né fatoli anotare li ornamenti de’ verdura, di hedera, di busso, di cupressi, né di lauro, come sono qui per non parerme de molto bisogno: pur se la Signoria Vostra vorrà, il prefato Leonardo se offerisce a farlo così de pictura che di modello».
In effetti, l’architettura di questo complesso architettonico (con il nucleo della torre medievale, la villa con l’hortus conclusus, le serre e le limonaie), nonostante la discontinuità dovuta a rimaneggiamenti e aggiunte, è notevole, soprattutto in relazione all’ambiente paesaggistico dei colli fiorentini, come un balcone aereo sulla Val d’Ema.
Da segnalare, infine, come Bartolomeo del Tovaglia fosse uno dei banchieri ricordati da Leonardo in un promemoria del Codice Atlantico della fine del Quattrocento fra i suoi corrispondenti dalla Francia e dalle Fiandre.

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
Galleria fotografica
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