Ogni villa medicea ha una sua vocazione. Ad esempio Artimino era sicuramente un “casino” di caccia all’interno del bosco-selva della bandita del principe. La villa di Cerreto, voluta da Cosimo I, doveva essere un luogo di villeggiatura e di svago per la famiglia granducale che da questa bellissima sede dava il via a battute di caccia nel territorio circostante, dalle pendici del Montalbano fino ai chiari del Padule di Fucecchio. Venne realizzata fra il 1564 e il 1567 sul colle dove un tempo sorgeva il castello dei conti Guidi. Fu la prima fra le ville medicee ad avere l’impianto a ‘blocco compatto’ cioè una distribuzione perfettamente simmetrica degli appartamenti organizzati attorno al salone centrale. All’esterno le scenografiche rampe di accesso alla villa, dette “Ponti Medicei” sono attribuite a Bernardo Buontalenti. Oggi al suo interno è ospitato il Museo Storico della Caccia e del Territorio dedicato soprattutto alle armi da caccia e da tiro dal Medioevo all’età moderna. Ve ne sono conservati oltre 500 esemplari, in parte provenienti dall’eredità dell’antiquario Stefano Bardini. Dal 2002 accoglie un’importante quadreria, dipinti provenienti dalle raccolte medicee per lo più rappresentativi dell’iconografia granducale. Offre un’ampia e selezionata esposizione di opere delle più diverse tipologie artistiche ed epoche, dall’antichità al Novecento, collocate, oltre che all’interno della villa, nelle logge esterne e negli ambienti sottostanti le “scalere” buontalentiane.