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Cambiano

Il piccolo centro fortificato che Leonardo colloca, nella mappa RL 12278 di Windsor, sulla destra dell’Elsa, fra Castelfiorentino e Granaiolo, deve essere identificato con l’odierna frazione di Cambiano, nel comune di Castelfiorentino. Leonardo lo disegna come un piccolo castello dotato di mura e torri e lo identifica con il toponimo, “camiā[no]”, il nome più antico con cui è conosciuta questa località. Al tempo di Leonardo dovevano essere ancora visibili le strutture dell’antico castello di “Chamiano”.

La più antica menzione del castello risale ad epoca piuttosto tarda, ai primi del Trecento. Un atto notarile del 1313 menziona un appezzamento di terra ubicato “ad pedes castelli de Camiano, in populo Sancti Prosperi de Camiano”. In realtà la località era già frequentata in epoca ben più antica. A partire dall’anno 901, infatti, i documenti rammentano una località nei pressi dell’Elsa chiamata Comiano/Camiano/Camiana, dove sarebbero stati concentrati beni del vescovo di Lucca fra cui una curtis con tutte le sue pertinenze. All’inizio del secolo successivo, tuttavia, la curtis di Comiano sembra far parte dei possessi della famiglia comitale dei Cadolingi. Allo scoccare dell’anno 1006, infatti, il conte Lotario ne conferma la cessione al monastero di San Salvatore di Fucecchio. Gran parte delle terre che andavano a costituire la curtis cadolingia di Comiano si trovavano presso l’Elsa, nel territorio della pieve di Sant’Andrea di Empoli, particolare che consente di identificare questa antica località con l’attuale Cambiano, nel comune di Castelfiorentino.
Durante i primi secoli del Medioevo Comiano/Camiano era il centro della curtis, il luogo dove si trovavano gli edifici e i servizi principali dell’azienda curtense. Non abbiamo informazioni sui tempi e sulle modalità di trasformazione dell’antica Camiano, tuttavia sappiamo che qualche secolo dopo, ai primi del Trecento, quella che fu una delle curtis valdelsane dei conti Cadolingi ha assunto la forma di un centro fortificato. La popolazione e la struttura sociale di Cambiano nel Basso Medioevo erano quelli tipici di un comune rurale del contado fiorentino, distinto dalle altre località vicine per il fatto di avere il piccolo centro abitato circondato da mura. Nella prima metà del Quattrocento il castello di Chamiano (così si trova scritto) sembra essere ancora utilizzato come luogo di residenza e dotato ancora di strutture di difesa. Le dichiarazioni riportate nel catasto fiorentino del 1427 registrano infatti al suo interno case che confinano con le mura del castello. In un caso viene dichiarato il possesso di una “torricella con palchi con colombaia”, un tipo di edificio particolarmente sviluppata in altezza che sembra configurare l’esistenza di una certa articolazione delle tipologie edilizie presenti nel castello a quella data. In un altro esempio si parla di una casetta nella “fortezza di Chamiano” confermando, se non la perfetta efficienza, perlomeno l’aspetto che doveva avere il castello nel Basso Medioevo.
Era questo il piccolo centro della Valdelsa da cui proveniva la famiglia di notai attiva a Firenze durante tutto il corso del Trecento e che si firmava anche con il luogo di origine: da Camiano. I primi professionisti di questa famiglia conosciuti dalle fonti scritte sono Cambio di Michele e Michele di Ser Cambio da Camiano. Nel 1308 si trovano entrambi a Firenze dove redigono l’atto di compromesso stipulato fra due rami della famiglia Ubaldini in lite fra di loro. Successivamente li troviamo sempre a Firenze nella redazione di atti che finiscono anche in registri di carte pubbliche come per esempio il Liber Censuum del comune di Pistoia (Liber Censuum, a.1317, Firenze, saldo di credito di Lapus quondam Strozze; a.1329, Firenze, palazzo dei priori delle arti, pace fra i comuni di Firenze e Pistoia). Dal regesto pistoiese risulta attivo sempre nella prima metà del Trecento un altro notaio originario di Camiano, Francesco di Piero de Camiano, del comune di Castelfiorentino, che vediamo lavorare a Prato alle stesse pratiche che impegnavano a Firenze, in quegli stessi giorni, il notaio Michele di Ser Cambio. Nella seconda metà del Quattrocento la famiglia Cambi risulta essere il maggior proprietario di terre del piccolo comune rurale di Camiano. È probabilmente a questa famiglia originaria del luogo che si deve la trasformazione di una parte dell’antico castello in residenza signorile di campagna. Nella seconda metà del Quattrocento i Cambi, oramai fiorentini da qualche generazione, riutilizzano le vecchie case da lavoratore che possedevano ancora in quello che era, probabilmente, il borgo del castello, per trasformarle nella loro “casa da signore”. Resti di questo primo impianto sono visibili all’interno della villa Pucci, che occupa il versante occidentale del piccolo rilievo di Cambiano Alto. L’ ampio loggiato impostato su pilastri a base ottagonale in laterizi che si legge ancora al piano terra della villa apparteneva alla prima residenza signorile realizzata dai Cambi nelle antiche possessioni della famiglia. Le trasformazioni più consistenti avvengono solo verso la fine del Cinquecento quando la primitiva casa da signore viene soprelevata fino ad assumere il caratteristico assetto a blocco compatto. Nel corso del Settecento la residenza venne completamente riconfigurata per iniziativa di Bernardo Cambi o del figlio Niccolò Xaverio. L’edificio venne sopraelevato nella parte centrale in modo che il prospetto principale risultasse articolato su tre piani fuori terra, con due ali laterali più basse, rese simmetriche dall’aggiunta del corpo di fabbrica di sinistra. I nuovi prospetti vennero uniformati da nuove aperture, fra cui spiccano quelle del piano terra singolarmente risolte con una versione estremamente semplificata della finestra inginocchiata. Sulla facciata, al di sopra del portale bugnato in stile neo-cinquecentesco, lo stemma della famiglia Cambi. Contestualmente venne pesantemente rimodellato il pendio sottostante e realizzato lo scenografico giardino con percorso ascensionale segnato dalle scalinate con fontana a parete. Sul giardino retrostante si trova la chiesa di San Prospero, l’antica parrocchiale del castello. La prima menzione della chiesa è del 1260, ma nel Quattrocento risulta già cappella privata della famiglia Cambi. In origine aveva una pianta a tre navate, portico in facciata con archi sorretti da massicci pilastri. I restauri del secolo scorso ne hanno compromesso la leggibilità.
Quando all’inizio del Cinquecento Leonardo rappresenta Cambiano sulla mappa RL 12278 di Windsor, il piccolo centro valdelsano doveva avere ancora l’aspetto del castello fortificato, come effettivamente si vede nel disegno. Sul declivio dove oggi è la villa Pucci doveva essere già stata realizzata la prima “casa da signore” dei Cambi, mentre sulla parte alta del rilievo, oggi Cambiano Alto, il castello de Chamiano era ancora in efficienza nelle sue strutture principali, civili e militari. La piccola cappella di San Prospero che si vede oggi nella parte più alta del giardino all’inglese, sul retro della villa Pucci era l’antica parrocchiale del castello. Non sappiamo quando le strutture castellane siano state definitivamente cancellate e quando esattamente la dizione moderna, Cambiano, abbia preso il sopravvento. Siamo certi tuttavia che almeno fino all’età di Leonardo, quando il castello era ancora in vita, portava ancora il nome di Camiano, come si legge nella didascalia tracciata da Leonardo sotto al disegno del piccolo centro fortificato della Valdelsa.
A cura di
Silvia Leporatti
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