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Ritratto di Giuliano da Sangallo

Antonio Giamberti, detto Antonio da Sangallo il Vecchio (circa 1455-1534)

In Toscana lavorò come architetto a Poggibonsi, Arezzo, Livorno, Firenze e soprattutto Montepulciano, dove realizzò la chiesa della Madonna di San Biagio a croce greca e diversi palazzi. Quasi certamente sono sue alcune annotazioni nel Codice di Madrid II di Leonardo, risalenti agli anni in cui due lavoravano insieme a Piombino.

Giuliano Giamberti, detto Giuliano da Sangallo (metà del XV sec.-1516)

Architetto, ingegnere militare e scultore. Si trovava con Leonardo a Milano nell’ottobre del 1492 per presentare a Ludovico Sforza il progetto di un grandioso palazzo. A Firenze lavorò al chiostro di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, alla sacrestia di Santo Spirito e al Palazzo Gondi, legato quest’ultimo a memorie della famiglia di Leonardo. Si occupò inoltre delle fortificazioni di Colle Valdelsa, Poggibonsi, Sansepolcro e Arezzo. Progettò, infine, la Villa Medicea a Poggio a Caiano e, a partire dal 1484, lavorò alla chiesa di Santa Maria delle Carceri, a Prato. Questo edificio, con la sua pianta centrale a croce greca, costituì un modello per l’architettura religiosa del Rinascimento.

Antonio Cordini, detto Antonio da Sangallo il Giovane (1483/85-1546)

Architetto e intagliatore, lavorò a Roma nella cerchia del Bramante e collaborò con Raffaello. A Orvieto progettò il Pozzo di San Patrizio, che ha un antecedente nel disegno di scala "a lumaca doppia" di Leonardo nel Ms. B (circa 1487).

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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