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San Felice in Piazza

L’attenzione ai problemi della scenografia teatrale fu propria di alcuni celebri protagonisti del Rinascimento: memorabili a questo proposito gli “ingegni” progettati da Brunelleschi per alcune chiese fiorentine, apparati scenotecnici che sicuramente Leonardo aveva in mente quando concepì i complessi dispositivi meccanici per la messa in scena della Festa del Paradiso di Bernardo Bellincioni, rappresentata a Milano nel 1490. Raffinati meccanismi a contrappeso furono utilizzati per l’Orfeo di Poliziano, della cui scenografia faceva parte una "montagna che si apre" dalla quale emergeva Plutone.

La Badia Fiorentina e il Bargello

Ser Piero fu notaio in Firenze dal 1448 al 1504. Lo stesso Leonardo annotò che il 9 luglio 1504, quando morì, il padre era ancora "notaio al Palazzo del Podestà" (oggi sede del Museo del Bargello), nei cui pressi ebbe sempre lo studio, da solo o in società con altri notai. Alla sua morte gli subentrò il figlio, Ser Giuliano da Vinci.

Palazzo Medici Riccardi

Già Ser Piero aveva stretto relazioni con la casata medicea, con cui il figlio Leonardo ebbe un rapporto importante in due periodi della sua vita. L’artista frequentò il Giardino di Lorenzo il Magnifico, che verso il 1482 lo inviò a Milano per recare in dono una lira d’argento a Ludovico il Moro. Nel 1512 i Medici rientrarono a Firenze, Giovanni fu eletto papa col nome di Leone X e Leonardo si recò a Roma con Giuliano, committente della Gioconda. Progettò un nuovo palazzo mediceo di fronte all’attuale Palazzo Medici Riccardi e il riassetto del quartiere circostante, oltre alle Stalle medicee.

Pescaia del Mugnone

Fra i corsi d’acqua della piana fiorentina il Mugnone è uno dei più importanti. Il suo tracciato, in gran parte percorribile, è stato più volte modificato seguendo l’espansione della città di Firenze, fino ad assumere l'aspetto attuale. Più volte citato da Leonardo da Vinci, il tracciato è ben visibile in varie mappe da lui realizzate e in diversi testi.

Orsanmichele

Opere di bottega e scuola leonardesche si trovano nella Galleria Palatina di Pitti, nel Museo Horne, in Palazzo Vecchio e nel Museo del Bigallo. Altri musei, palazzi e chiese custodiscono invece opere fondamentali per ricostruire il contesto artistico e culturale della sua epoca: il Bargello, ad esempio, espone opere del Verrocchio nelle quali alcuni ravvisano una partecipazione o una iconografia leonardesca. Arte applicata con riferimenti documentari o iconografici a Leonardo si trova al Museo degli Argenti e al Museo Stibbert.

Museo Galileo

Il Museo Galileo conserva strumenti originali del contesto leonardiano, la collezione completa dei facsimili dei codici di Leonardo oltre ad un’ampia documentazione bibliografica sulla sua opera. È sede della Commissione vinciana e ha promosso l’ideazione e la realizzazione di numerose iniziative volte a celebrare e indagare il genio vinciano e il suo rapporto con le conquiste tecnologiche.

Osservatorio Ximeniano

Nel 1515 papa Leone X soggiornò a Firenze: la città organizzò straordinari festeggiamenti, alla cui organizzazione collaborarono alcuni dei maggiori artisti del tempo; nacque allora l’idea di ristrutturare la zona di Firenze compresa tra piazza San Marco e piazza San Lorenzo. Leonardo lavorò a un progetto articolato, che prevedeva: un nuovo palazzo mediceo di fronte a quello di Cosimo il Vecchio; la demolizione della chiesa di San Giovannino e la sua ricostruzione di fronte al nuovo palazzo; una facciata per San Lorenzo, con l’ampliamento della piazza; un nuovo assetto per la zona di San Marco.

Pierino da Vinci, Sansone e il Filisteo

Nipote di Leonardo, Pierino da Vinci fu uno scultore che guardò specialmente a Michelangelo come fonte di ispirazione. È possibile vedere alcune sue opere a Pisa e soprattutto a Firenze, conservate in numerosi musei e giardini. Diverse sculture di Pierino sono state lungamente riferite allo stesso Buonarroti.

Ospedale di Santa Maria Nuova

I rapporti di Leonardo con lo "Spedale" di Santa Maria Nuova furono continui: qui eseguiva studi anatomici, qui depositava casse con libri, manoscritti e disegni, qui aveva la sua banca. Prima di ripartire per Milano, nel 1506, lasciò a Santa Maria Nuova 150 fiorini d’oro: erano in favore della Signoria di Firenze, come cauzione per obbligarlo a rientrare entro tre mesi; Leonardo tardò e perse il denaro. Una tradizione, non documentata ma suggestiva, narra di grandi vasconi di pietra nei sotterranei dell'Ospedale, che sarebbero stati utilizzati per conservare i cadaveri studiati dall’artista.

Palazzo Feroni

L’Anonimo Gaddiano ricorda un acceso alterco fra Leonardo e Michelangelo, che avvenne davanti al palazzo; acquistato nel XVII secolo dal marchese Feroni (di una famiglia originaria di Vinci), l’edificio è oggi sede del Museo Ferragamo.

Palazzo Martelli

Il 22 marzo 1508, alla fine del suo secondo periodo fiorentino, Leonardo abitava in via degli Spadai, oggi via Martelli, "in casa di Piero di Braccio Martelli": con lui era lo scultore Giovan Francesco Rustici, che aiutò nella realizzazione dei tre bronzi innalzati sopra la Porta Nord del Battistero (la Predica di San Giovanni). Proprio a palazzo Martelli, poi incorporato nel collegio degli Scolopi, Leonardo iniziò la compilazione di una parte del Codice Arundel.

Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento

Nel 1478 era stata affidata a Leonardo la realizzazione di una pala raffigurante La visione di San Bernardo per la cappella palatina di San Bernardo, ma l’artista non completò l’opera; fu Filippino Lippi a ultimare il dipinto che, a seguito di trasformazioni iconografiche, divenne una Madonna in trono con quattro santi e due angeli (oggi agli Uffizi). Nel 1503 venne commissionata a Leonardo, per la Sala del Gran Consiglio, una grandiosa pittura murale, la celebre Battaglia di Anghiari; di fronte era poi prevista una Battaglia di Cascina per la quale fu incaricato Michelangelo.

Palazzo Pandolfini

La famiglia Pandolfini era una delle più importanti a Firenze all’epoca di Leonardo, che cita "Pandolfino" in diversi scritti. Francesco Pandolfini, ambasciatore fiorentino in Francia, scrisse alla Signoria per manifestare il desiderio di Luigi XII di trattenere Leonardo a Milano alle sue dipendenze.

Cappella dei Pazzi

Leonardo menziona più volte la famiglia Pazzi, di cui frequentava evidentemente l’abitazione. L’artista seguì la vicenda della congiura contro i Medici, come testimonia il suo disegno dell’Impiccato, e studiò l’architettura della cappella Pazzi in Santa Croce.

Santa Croce e il calcio storico fiorentino

Il luogo più frequentemente utilizzato per questo gioco, tanto amato dal popolo di Firenze nel XV secolo, era allora come oggi piazza Santa Croce; significativo il fatto che Leonardo consigliasse i pittori di osservare i movimenti dell'uomo soprattutto quando giocava a palla.

Fortezza da Basso - Porta Faenza

Procedendo lungo la riva destra dell'Arno Leonardo riporta, lungo la cinta muraria, altre 5 porte oltre alla "Porticciola del Prato di Ognissanti" segnata sul fiume. Solo 3 di queste porte si sono conservate fino ad oggi. 

"Porta": Postierla del Prato • "Prato": Porta a Prato • "Faenza": Porta Faenza • "Ghallo": Porta San Gallo • "Pinti": Porta Fiesolana o a Pinti • "Giusstitia": Porta della Giustizia

Porta San Niccolò

In senso orario, iniziando dal corso dell’Arno a monte di Firenze, Leonardo indica nella carta RL 12681 di Windsor, che rappresenta in forma schematizzata la seconda cinta muraria di età comunale, 5 porte tuttora esistenti sulla riva sinistra dell’Arno.

"S. Nicholò": Porta San Niccolò • "Sanminiato": Porta San Miniato • "Giorgo": Porta San Giorgio • "Ghattolini": Porta Romana • "San Frediano": Porta San Frediano

Palazzo Rucellai

Questa importante famiglia fiorentina, imparentata con i Medici, era amica del padre di Leonardo. Il celebre Palazzo Rucellai fu edificato alla metà del Quattrocento da Bernardo Rossellino su disegno dell’Alberti, e ispirò l’architettura di alcuni dei principali palazzi fiorentini. L’unico ingegno idraulico progettato da Leonardo, di cui è finora documentata la realizzazione, è il contatore d’acqua che egli avrebbe inviato dalla Francia a Bernardo Rucellai.