Leonardo dedicò allo studio del corso dell’Arno in Firenze molte carte e pagine di manoscritti. Ricostruirne il percorso è affascinante, tanto più risalendo all’antica toponomastica, che solo in alcuni casi presenta ambiguità o apparenti contraddizioni. Bisogna poi tener conto delle radicali trasformazioni derivate dal succedersi di interventi nella regimazione del fiume, che per esempio hanno riconfigurato o eliminato bisarno, isole e renai. Talvolta l’indicazione è generica e non consente riferimenti a un luogo preciso, come per esempio la descrizione esatta e poetica di una tromba d’aria sopra un renaio, nel foglio 15A-22v del Codice Leicester: «Come i retrosi de' venti, a certe bocche di valli, percotino sopra delle acque, e quelle concavino con gran cavamento, e portino l'acqua in aria in forma colunnale, in color di nugola; e il medesimo vid'io già fare sopra uno renaio d'Arno, nel quale fu concavato la rena più d'una statura d'uomo, e di quella fu remossa la giara e gittata in disparte per lungo spazio, e parea per l'aria in forma di grandissimo campanile, e crescieva la sommità come i rami di gran pino, e si piegava poi nel contatto del retto vento che passava sopra li monti». Lo stesso si può dire per osservazioni sul "Bisarno", come quelle nel foglio 274r del Codice Arundel: «300 braccia a rotta del Bisarno in 4 anni». Leonardo non si limita a una serie di osservazioni, ma tende a eseguire precisi rilievi effettuando misurazioni del terreno, dei ponti, degli argini e delle mura. Il suo obiettivo è quello di ridefinire il corso del fiume nell’attraversamento di Firenze, da Rovezzano a Peretola, e di individuare e progettare il punto ottimale per deviare una parte delle acque dell’Arno nel canale navigabile attraverso Prato, Pistoia e Serravalle. Volendo tracciare un itinerario da monte a valle, possiamo suddividerlo in tre parti: dalla Nave a Rovezzano al torrente Africo; nel centro di Firenze, dalla "Pescaia della Giustizia" e di San Niccolò alla pescaia di Santa Rosa; dalla pescaia di Santa Rosa a Peretola.