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Torre di Sant'Alluccio

La Torre di Sant’Alluccio durante il Medioevo dominava il crinale del Montalbano sul punto in cui la strada proveniente da Vinci passava sul versante opposto per proseguire in direzione di Bacchereto. Ai suoi piedi si trovano le sorgenti dell’acqua santa, il corso d’acqua che prosegue a valle con il nome di rio di Balenaia e poi Vincio. La sua storia è strettamente legata a quella dell’antico ospedale dei conti Guidi che si trovava in prossimità della forra di Balenaia, come sembrano dimostrare recenti e fortuiti ritrovamenti archeologici. Al tempo di Leonardo, che la rappresentò sul Montalbano nella carta RL 12685 di Windsor, apparteneva probabilmente già alla famiglia fiorentina dei Ridolfi. Attualmente la torre, inglobata nel complesso edilizio che fu dei conti Spalletti, si trova all’interno del Barco Reale ma versa in pessime condizioni di conservazione.

Il complesso di Sant’Alluccio, con l’edificio signorile e gli annessi rurali, oggi allo stato di rudere, era parte della tenuta di campagna del Conte Spalletti di Lucciano (Quarrata). La torre, tutt’ora riconoscibile come parte del complesso signorile, viene tradizionalmente associata al luogo dell’antico spedale di Sant’Alluccio, che si vuole fondato dal santo ospitaliero lucchese Alluccio da Pescia vissuto a cavallo fra XI e XII secolo. Sant’Alluccio fu il fondatore dello spedale di Campugliano in Valdinievole e dal testo agiografico della Vita Alluccii si apprende che allo stesso santo si deve la fondazione di una serie di centri per l’accoglienza che sarebbero da collocarsi, secondo la storiografia tradizionale, nel territorio vinciano, presso la “Torre di Sant’Alluccio” del Montalbano. In realtà questa torre risulta attestata per la prima volta nei documenti in epoca piuttosto tarda, ai primi del Trecento. La “torre” viene infatti menzionata in un inventario dei beni del comune di Pistoia (Liber Censuum Comunis Pistorii) associata ad una chiesa dedicata a Sant’Alluccio: “ecclesia que vocatur Santalluccio cum turri sita in podio Montis Albani”. La chiesa e la torre appartenevano al plebato di Bacchereto, nella diocesi di Pistoia, e sul crinale del Montalbano segnavano il confine fra i contadi di Pistoia e Firenze. Di un hospitale, invece, si hanno notizie dalla metà del Duecento attraverso una serie di documenti assai noti che collegano questa fondazione alla famiglia dei conti Guidi, già signori dei castelli di Cerreto e Vinci. Nel 1254 i conti Guidi cedono a Firenze gran parte dei loro possessi in partibus Greti citando esplicitamente, assieme al castello e alla chiesa di Vinci, la “ecclesia sive hospitalis Sancti Allucii” con tutte le dipendenze. Fra queste vengono elencate una casa dello spedale ed un bosco (nemus) che sulla base dei nomi dei luoghi citati nel documento sarebbero da collocarsi poco sotto al luogo della Torre di Sant’Alluccio. Lo stesso documento sembra anche suggerire che l’ospedale aveva avuto in epoca più antica un altro titolo (San Giovanni), e che la dedica a Sant’Alluccio fosse successiva. Elencando, infatti, i confini della curia del castello di Vinci il documento cita l’“hospitale sancti Iohannis quod vocatur Sanctum Allucçum”.
Nella forra di Balenaia, attualmente coperta da boschi, sarebbero state rinvenute di recente le fondazioni di diversi edifici ordinati da un asse stradale e databili, sulla base del materiale ceramico di superficie, ai secoli centrali del Medioevo. Il piccolo insediamento di Vallebuia potrebbe essere stato davvero parte delle pertinenze dell’ospedale guidingo di San Giovanni/Sant’Alluccio. Solo una indagine archeologica potrebbe fornire indicazioni precise, tuttavia risulta evidente che sul crinale vinciano del Montalbano esisteva durante i secoli centrali del Medioevo una struttura per l’accoglienza dedicata al passaggio di valico verso Bacchereto e verso Pistoia, controllato sicuramente dai conti Guidi.
Della chiesa trecentesca di Sant’Alluccio cui era associata la torre, come descritto nell’inventario del comune di Pistoia, non sembra esservi traccia nelle mappe tardo-cinquecentesche dei Capitani di Parte Guelfa. In diverse carte viene infatti rappresentata la sola torre, senza alcuna chiesa. L’indicazione che viene in genere associata al disegno, torre di sancto alluccio, non lascia dubbi sull’identità dell’edificio, lo stesso edificio turriforme che vediamo oggi allo stato di rudere nel complesso ottocentesco dei Conti Spalletti. Dunque già nel XVI secolo sul crinale vinciano del Montalbano del vecchio complesso di Sant’Alluccio rimaneva solo la torre a segnare l’antico confine divenuto oramai soltanto il limite fra amministrazioni diverse. La torre disegnata dai Capitani di Parte Guelfa, dalle forme austere e interrotta solo da strette aperture, sembra figurare l’aspetto che doveva avere in origine. In una delle carte, a fianco della torre, si legge il nome dei Ridolfi. Questa famiglia di origine fiorentina aveva moltissimi possessi nella zona di Vinci fra cui diversi mulini alimentati dal rio di Balenaia, la tenuta del Ferrale presso Anchiano e probabilmente anche la torre di Sant’Alluccio. Leonardo la disegnò nella carta del Valdarno Inferiore RL 12685 di Windsor (santa lucco) collocandola tuttavia sul Montalbano in posizione non corretta. Si può osservare, inoltre, che il Sant’Alluccio disegnato da Leonardo presenta alla base della torre una struttura più bassa che per la somiglianza con il disegno della chiesa con torre campanaria di San Giusto al Montalbano (nella stessa carta) farebbe pensare all’intenzione di rappresentare un complesso di chiesa con torre. Del complesso ecclesiastico rimane oggi solo la torre, la stessa torre che Leonardo poteva aver osservato salendo dalla strada che da Anchiano porta a Bacchereto. Attraverso le parti ormai prive di intonaco del rudere attuale si può vedere ancora parte della muratura originaria di quella che fu la torre dei Ridolfi, un tempo campanile della chiesa di Sant’Alluccio.
A cura di
Silvia Leporatti
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