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Piazza dei Miracoli, Pisa

Leonardo raffigura e indica più volte la città di Pisa come uno dei centri più significativi della sua Toscana, sia per ragioni biografiche (già suo padre ser Piero vi aveva esercitato come notaio fra il 1449 e il 1451) che di formazione artistica.
Suo fratello Lorenzo, che esercitò il commercio della lana, visse anche a Pisa (oltre che a Livorno), e fu autore di un Confessionario (composto ante 1527).
Pisa ricopre un ruolo centrale nei progetti leonardiani del 1503 e 1504 per la deviazione delle acque dell'Arno. In un periodo che vedeva Firenze contrapposta a Pisa in una lunga guerra iniziata con la rivolta del 1494, l'idea era quella di vincere le resistenze della città non per inondazione o con l'utilizzo delle armi, bensì privandola dell’acqua deviando il fiume verso lo Stagno di Livorno. Tali studi ricorrono nelle carte RL 12683 e 12277, nel Codice di Madrid II (ff. 1v e 52r), e nel Codice Atlantico (ff. 127r e 305r).
Leonardo, inoltre, menziona Pisa per il Duomo e il campanile in un foglio asportato dal Ms. B (Ash. 2037, f. 5v, del primo periodo milanese, c. 1487); ancora, verso il 1515, cercava una carta del "Pian di Pisa" (Codice Atlantico, f. 225r).
In carte come RL 12685 e 12279 la posizione della città è indicata solo con un cerchio senza toponimo, in quanto ben riconoscibile per Leonardo dopo l’ansa di Riglione.
A Pisa lavorò e morì (1553) il nipote di Leonardo, lo scultore Pier Francesco Da Vinci, detto Pierino, autore della Dovizia in Piazza dell’Abbondanza (oggi Piazza Cairoli) e del bassorilievo Cosimo de' Medici che scaccia i vizi da Pisa, conservato nei Musei Vaticani.
Dettagliata è la topografia leonardiana dei dintorni di Pisa soprattutto nei fogli 52v-53r del Codice di Madrid II

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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