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Museo Leonardiano di Vinci

L’idea di dedicare un museo al genio vinciano nacque in occasione del quarto centenario della morte di Leonardo da Vinci (1919), quando il conte Giulio Masetti Dainelli da Bagnano donò al Comune di Vinci il Castello dei Conti Guidi, alla condizione che fosse destinato alla celebrazione delle opere di Leonardo e alla decorosa sistemazione della nascente Biblioteca Leonardiana (trasferita nella sede attuale nel 1983).
Il Museo Leonardiano inizialmente occupava solo quattro sale del castello, ma grazie al contributo di studiosi, donatori e investimenti del Comune la collezione museale è stata costantemente incrementata, divenendo una delle raccolte più ampie e originali per la conoscenza critica di Leonardo nel contesto della storia e della tecnica tardo-medievale e rinascimentale. La ricostruzione di modelli ed esperimenti tratti dai sui manoscritti, riletti e reinterpretati sulla base di approfondite ricerche storiche e di verifiche tecniche, sviluppate ed aggiornate in maniera permanente, permettono oggi al grande pubblico e agli studiosi di conoscere le invenzioni e le intuizioni del grande genio vinciano.

La collezione del Museo Leonardiano inizia a nascere nel contesto della riscoperta dei manoscritti e album di disegni tecnici medievali e rinascimentali avvenuta tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, inizialmente soprattutto per opera di studiosi tedeschi e francesi.
Ma i codici manoscritti, i disegni e i dipinti di Leonardo e della sua scuola erano ormai tutti collocati in modo permanente presso le più importanti raccolte pubbliche e private, italiane e straniere, quindi l’interrogativo era con quali materiali costruire il percorso museale. L’idea fu quella di iniziare a sperimentare la ricostruzione di modelli di macchine vinciane per il volo e fu subito chiaro che in questo modo sarebbe stato possibile costruire un complesso scientifico di considerevole attrazione, che avrebbe potuto interessare sia il pubblico degli studiosi sia quello dei turisti.
Da questo contesto culturale ha origine la collezione del Museo dedicato a Leonardo. Infatti in occasione della “Prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza” organizzata a Firenze nel 1929, per iniziativa dell’appena fondato “Istituto e Museo di Storia della Scienza”, furono realizzati dall’Istituto Industriale “Leonardo da Vinci” (sulla base di accurati studi e disegni costruttivi di Giuseppe Schneider e Raffaele Giacomelli) modelli di componenti di macchine volanti tratte dai manoscritti di Leonardo. Alcuni di questi modelli, insieme ad altri pervenuti dal Ministero dell’Aeronautica, furono donati nel 1938 alla Biblioteca Leonardiana di Vinci, la cui raccolta di studi e documenti era venuta formandosi già a partire dall’ultimo trentennio del XIX secolo.

Il Castello dei Conti Guidi versava in uno stato di grave abbandono, quindi non poteva essere adibito all’uso cui la volontà del donatore lo aveva destinato. Per tale ragione nel 1939 il Castello fu sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione e in seguito alcune sale furono allestite per ospitare la “Mostra dei Cimeli Leonardiani”, parte del programma delle celebrazioni leonardiane che si svolsero quell’anno. La sezione principale della mostra era costituita da un itinerario vinciano, vale a dire una rassegna, sistemata cronologicamente, di vedute tratte da stampe d’epoca che raffiguravano i luoghi più significativi nei quali si svolse la vita di Leonardo, documentata con la riproduzione degli autografi vinciani in cui viene fatta menzione di quegli stessi luoghi. Oltre all’itinerario vinciano, alle pubblicazioni di maggior valore possedute dalla Biblioteca Leonardiana, ai codici e ai disegni fino a quel momento pubblicati dalla Commissione Vinciana, ad antichi cimeli storici del Comune, alla riproduzione dei documenti relativi alla nascita, al battesimo e al testamento di Leonardo, e al busto in bronzo del genio (opera di Francesco Wildt, donato dal Comune di Milano a quello di Vinci in occasione della manifestazione del 1939), la mostra esponeva i modelli delle macchine per volare già donati alla Biblioteca. A questi modelli si aggiungevano le riproduzioni dei disegni leonardiani corredati delle trascrizioni: nasceva così il primo nucleo del museo dedicato a Leonardo.

Nel contesto della politica culturale del regime fascista, volta tra l’altro a promuovere il primato degli italiani nelle scienze, Leonardo fu assunto come simbolo dell’italianità stessa. Dalle pagine dei suoi codici, furono realizzati duecento modelli di macchine funzionanti in grande scala, strumenti e plastici, relativi alle varie attività tecnico-scientifiche del Vinciano, i quali trovarono allocazione a Milano presso la “Mostra di Leonardo da Vinci e delle Invenzioni Italiane”.
La mostra milanese, dopo il successo ottenuto in Italia, fu presentata a New York e Tokio, ma fu sorpresa dalla guerra e completamente distrutta. L’ingegner Roberto A. Guatelli, che aveva efficacemente collaborato alla ricostruzione dei modelli e aveva accompagnato la mostra all’estero, ritornato dal viaggio riuscì a ricostruire alcune delle macchine andate perdute. Queste furono esposte al “Los Angeles County Museum of Art” insieme ad alcuni dipinti e disegni di Leonardo e della sua scuola e a materiali bibliografici della “Elmer Belt Library of Vinciana”. La collezione destò molto interesse, tanto che molti musei americani le aprirono le porte disputandosene la programmazione, fino a quando la International Business Machines Corporation (IBM) volle assicurarsi la proprietà dei modelli già costruiti e divenire sostenitrice degli ulteriori sviluppi del programma di lavoro intrapreso da Guatelli.

Nel 1951 si tenne una nuova grande esposizione a New York, l’affluenza fu così grande che l’IBM fece ripetere la costruzione dei modelli. Nel 1952 la mostra iniziò il suo itinerario in Italia, prima a Roma, poi a Napoli, Trieste, Verona, per arrivare infine alla città natale di Leonardo. In quell’anno la IBM decise di donare i modelli ricostruiti al Comune di Vinci. La collezione così formata, unendosi alle precedenti elargizioni fatte alla Biblioteca Leonardiana dall’Istituto Industriale “Leonardo da Vinci” di Firenze, dalla Scuola di Costruzioni ed Esperienze Aeronautiche di Guidonia e dall’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma, permise l’inaugurazione del Museo di Leonardo il 15 aprile 1953.
La collezione del Museo si arricchì negli anni Sessanta grazie ai modelli realizzati e donati da Luigi Boldetti (perito industriale e appassionato studioso della tecnologia leonardiana), il quale attraverso gli studi dei disegni vinciani di meccanica tessile riuscì a realizzare un modello del telaio meccanico funzionante. Iniziò così un solido rapporto di collaborazione tra Boldetti e il Comune di Vinci. Nell’aprile del 1963 il telaio meccanico fu donato al Museo insieme allo scappamento per orologi e alla pompa a catena di tazze. Negli anni seguenti la collezione venne arricchita con il ventilatore a pendolo (1964), la pompa centrifuga (1965), la gru girevole (1966), lo strettoio da olio (1967), l’argano a tre martelli per il sollevamento dei pesi (1968) ed altri nove modelli nel decennio compreso tra il 1970 e il 1980.
Nel 1983 la Biblioteca Leonardiana ebbe finalmente un locale ad uso suo esclusivo, così il Castello poté essere destinato interamente a sede Museale.

Nel 1986, dopo una considerevole ristrutturazione e un arricchimento della collezione, il museo ha acquistato l’attuale titolo di Museo Leonardiano e ha assunto come simbolo l’ala battente di Leonardo. Il merito va attribuito nuovamente all’IBM che donò al Museo i modelli utilizzati per la mostra itinerante “Laboratorio su Leonardo” e si fece carico dell’allestimento espositivo e dell’aggiunta al secondo piano della sala didattica attrezzata con mezzi audiovisivi.
Nel 1991 l’amministrazione comunale fece costruire cinque modelli di macchine leonardiane per la mostra itinerante “Leonardo Maschinen”: la gru a piattaforma girevole, la vite aerea, la macchina volante con manichino, l’ascensore a manovella e l’elemento a catena fanno parte del gruppo di modelli in deposito, con i quali tutt’oggi il Museo Leonardiano partecipa a mostre temporanee in Italia e all’estero.
Nel 2004 gli spazi espositivi sono stati ampliati grazie all’accorpamento della Palazzina Uzielli e del Castello, creando un nuovo percorso museale articolato su due sedi espositive poco distanti tra loro nel borgo storico di Vinci, conferendo al Museo l’attuale disposizione. La prima parte allestita all’interno della Palazzina, la seconda parte ospitata nel Castello dei Conti Guidi.

Ad oggi il Museo Leonardiano propone una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo, architetto, scienziato e, più in generale, della storia della tecnica del Rinascimento. Il Museo propone macchine e modelli presentati con precisi riferimenti agli schizzi e alle annotazioni manoscritte dell’artista, affiancati anche da animazioni digitali e applicazioni interattive.
La Palazzina Uzielli accoglie le sezioni dedicate all’anatomia, alle macchine da cantiere, alla tecnologia tessile e agli orologi meccanici. Nel Castello invece si trovano macchine e modelli che documentano gli interessi di Leonardo per la guerra, l'architettura, la meccanica e il volo. Due intere sezioni sono inoltre dedicate all'ottica e al movimento su terra e acqua, con particolare riferimento alla navigazione fluviale. Il percorso si chiude con la sala video situata all'interno delle maestose mura della Torre dove sono esposti i modelli dei solidi geometrici tratti da disegni che Leonardo realizzò per il trattato De Divina Proportione del matematico Luca Pacioli.
Nella sede di Villa il Ferrale, a metà strada tra Vinci e Anchiano, dal 2018 è allestita la sezione “Leonardo e la Pittura” all’interno della quale si trovano le riproduzioni ad altissima risoluzione e grandezza naturale di tutte le opere pittoriche dell’artista.

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