Il progetto di Leonardo è riportato in tre carte diverse che rappresentano il medesimo sistema di corsi d’acqua. La quasi perfetta coincidenza del loro andamento con quello dei ruscelli che ancora oggi scendono dal versante orientale del Montalbano consentono di identificare con precisione i rivi disegnati da Leonardo. Il corso d’acqua di destra è sicuramente il rio di San Lorenzo con i suoi piccoli tributari, che scorre nella vallecola posta sotto il colle rilevato su cui si trovava, appunto, la chiesa di San Lorenzo in Arniano. L’edificio ecclesiastico, oggi allo stato di rudere, è stato riportato in pianta in due delle carte del progetto e disegnato come un doppio areale di forma rettangolare (RL 12676). Il corso d’acqua centrale è sicuramente il rio del Lecceto citato dagli Statuti di Vinci: Leonardo, infatti, riporta il toponimo lecceta sul rilievo sotto al quale scorre quel corso d’acqua. L’ultimo corso d’acqua coinvolto nel progetto leonardiano è quello che nell’Ottocento è chiamato rio di Gello, che scorre nella vallecola posta fra il rilievo del luogo chiamato ancora oggi Gello e il Poggio Marradino, il colle che fronteggia il castello di Vinci, sotto al quale scorre il torrente Streda. I tre corsi d’acqua, il rio di Gello, il rio del Lecceto e il rio di San Lorenzo, confluivano l’uno nell’altro per poi andare ad ingrossare, a valle, il torrente Streda, poco sotto il castello, in un luogo chiamato oggi Serravalle. Lo sbarramento dei ruscelli nel punto di confluenza più basso doveva provocare il riempimento della parte più depressa della zona che nelle carte è reso a tratteggio, andando a formare il bacino artificiale. Il bacino sarebbe stato alimentato dalle acque dei tre rivi mediante prese d’acqua che consentivano di regolarne l’immissione fino al suo completo riempimento. I corsi d’acqua erano poi deviati all’esterno del perimetro del lago artificiale che risultava così un sistema isolato e completamente governabile. Lo scopo di questo sistema di captazione e governo delle acque dei ruscelli di Faltognano, ipotizza Renzo Cianchi, è da mettere in relazione con un utilizzo meccanico della forza idraulica. Forse per alimentare ruote idrauliche in una zona che è ed era ricchissima di mulini. Al tempo di Leonardo le acque del rio di San Lorenzo alimentavano almeno un mulino, il mulino di Arniano, ricordato negli Statuti di Vinci. Proprio in questa vallecola si trova ancora oggi un mulino allo stato di rudere. Non è impossibile che i disegni di Leonardo si riferissero ad un più vasto progetto di pubblica utilità pensato per la comunità di Vinci. Del resto gli Statuti comunali mostrano una costante e speciale cura nei confronti di alcuni corsi d’acqua fra cui proprio il rio di San Lorenzo e il rio della Lecceta. Il carattere pubblico di questi corsi d’acqua farebbe pensare, quindi ad un progetto commissionato o comunque concordato con le autorità comunali di Vinci.