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Serravalle

A oriente del castello di Vinci, nel punto in cui si raccolgono i corsi d’acqua tributari dello Streda, Leonardo aveva progettato la realizzazione di un lago artificiale. Il progetto, riconosciuto in tre disegni individuati e studiati da Renzo Cianchi, il primo bibliotecario della Leonardiana, è una sorprendente dimostrazione della perfetta conoscenza che Leonardo aveva dei luoghi della sua infanzia. Tutti gli schizzi rappresentano il medesimo sistema idrogeologico, ovvero la serie dei rivi che scendono dalle pendici del Montalbano ricongiungendosi a Sud-Est del paese, nel luogo detto Serravalle. Il progetto comprendeva i territori dei popoli di Faltognano, San Lorenzo in Arniano e parte del popolo di Santa Croce. Nelle carte dei Capitani di parte Guelfa relativi a questi popoli si ritrovano i dettagli dei corsi d’acqua e dei luoghi compresi nel progetto più squisitamente “vinciano” elaborato da Leonardo (carte di Windsor RL 12675 e  RL 12676, Codice Atlantico, 952r).

Il progetto di Leonardo è riportato in tre carte diverse che rappresentano il medesimo sistema di corsi d’acqua. La quasi perfetta coincidenza del loro andamento con quello dei ruscelli che ancora oggi scendono dal versante orientale del Montalbano consentono di identificare con precisione i rivi disegnati da Leonardo. Il corso d’acqua di destra è sicuramente il rio di San Lorenzo con i suoi piccoli tributari, che scorre nella vallecola posta sotto il colle rilevato su cui si trovava, appunto, la chiesa di San Lorenzo in Arniano. L’edificio ecclesiastico, oggi allo stato di rudere, è stato riportato in pianta in due delle carte del progetto e disegnato come un doppio areale di forma rettangolare (RL 12676). Il corso d’acqua centrale è sicuramente il rio del Lecceto citato dagli Statuti di Vinci: Leonardo, infatti, riporta il toponimo lecceta sul rilievo sotto al quale scorre quel corso d’acqua. L’ultimo corso d’acqua coinvolto nel progetto leonardiano è quello che nell’Ottocento è chiamato rio di Gello, che scorre nella vallecola posta fra il rilievo del luogo chiamato ancora oggi Gello e il Poggio Marradino, il colle che fronteggia il castello di Vinci, sotto al quale scorre il torrente Streda. I tre corsi d’acqua, il rio di Gello, il rio del Lecceto e il rio di San Lorenzo, confluivano l’uno nell’altro per poi andare ad ingrossare, a valle, il torrente Streda, poco sotto il castello, in un luogo chiamato oggi Serravalle. Lo sbarramento dei ruscelli nel punto di confluenza più basso doveva provocare il riempimento della parte più depressa della zona che nelle carte è reso a tratteggio, andando a formare il bacino artificiale. Il bacino sarebbe stato alimentato dalle acque dei tre rivi mediante prese d’acqua che consentivano di regolarne l’immissione fino al suo completo riempimento. I corsi d’acqua erano poi deviati all’esterno del perimetro del lago artificiale che risultava così un sistema isolato e completamente governabile. Lo scopo di questo sistema di captazione e governo delle acque dei ruscelli di Faltognano, ipotizza Renzo Cianchi, è da mettere in relazione con un utilizzo meccanico della forza idraulica. Forse per alimentare ruote idrauliche in una zona che è ed era ricchissima di mulini. Al tempo di Leonardo le acque del rio di San Lorenzo alimentavano almeno un mulino, il mulino di Arniano, ricordato negli Statuti di Vinci. Proprio in questa vallecola si trova ancora oggi un mulino allo stato di rudere. Non è impossibile che i disegni di Leonardo si riferissero ad un più vasto progetto di pubblica utilità pensato per la comunità di Vinci. Del resto gli Statuti comunali mostrano una costante e speciale cura nei confronti di alcuni corsi d’acqua fra cui proprio il rio di San Lorenzo e il rio della Lecceta. Il carattere pubblico di questi corsi d’acqua farebbe pensare, quindi ad un progetto commissionato o comunque concordato con le autorità comunali di Vinci.
Leonardo conosceva molto bene questi luoghi. Scorrendo le proprietà che suo padre dichiarò nella portata catastale del 1498 si leggono numerosissime terre poste nei luoghi attraversati dai ruscelli disegnati da Leonardo per questo progetto. La località a Gello, nel popolo di Santa Croce, è rammentata più volte fra le proprietà dei da Vinci. A Faltognano e nel popolo di San Lorenzo in Arniano la famiglia di Leonardo possedeva terre e poderi nelle località la Noce e Capannile che si trovano nei pressi delle sorgenti del rio della Lecceta. Lo stesso luogo indicato da Leonardo in una delle carte del progetto come lecceta corrisponde alla località Novelleto delle monache del paradiso, dove Ser Piero dichiarava di avere una terra in affitto proprio dalle monache. In queste zone possedevano dunque terre lavoratie, ulivate, boschate, e chontenente viti (vigne), case e casolari, di cui due, a San Lorenzo, scoperti senza tecto et senza palchi. Il paesaggio è quello delle pendici occidentali del Montalbano, quelle che guardano verso il castello di Vinci e che si possono ammirare ancora oggi. È suggestivo oggi ripercorrere i sentieri che attraversano le colline e le valli osservate da Leonardo al tempo in cui pensava al progetto del lago artificiale in quella valle che forse, allora, avrebbe potuto chiamare la valle degli Altoviti. È questo il nome con cui i Capitani di Parte Guelfa indicano, in una delle piante cinquecentesche, il punto in cui era previsto il lago artificiale del progetto di Leonardo.
A cura di
Silvia Leporatti
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