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Il cavallo di bronzo di Leonardo opera di Nina Akamu

La scultura in bronzo che si trova nella piazza della Libertà a Vinci riproduce in scala minore il cavallo che Leonardo aveva progettato per un monumento equestre commissionato da Ludovico il Moro in onore del padre, primo duca di Milano, Francesco Sforza. Leonardo realizzò i disegni preparatori e il modello in argilla della grande statua equestre senza però riuscire a completare l’opera. Il cavallo di Vinci è opera dell’artista giapponese Nina Akamu e fa parte di una serie di bronzi realizzati per onorare il Genio vinciano. Il progetto di arte contemporanea The Horse si deve all’iniziativa di un privato, l’americano Charles Dent, che negli anni Novanta del secolo scorso ha fondato la società “Leonardo da Vinci’s Horse Inc” allo scopo di dare forma al grande disegno scultoreo di Leonardo. Oltre all’esemplare donato dalla “Leonardo da Vinci’s Horse Inc” alla città di Vinci ne esistono altri donati alla città di Milano, ai giardini artistici Frederik Maijer (Michigan) e alla Baum School of Art di Allentown, in Pennsylvania.

Il cavallo di Leonardo doveva essere il pezzo forte di una colossale statua equestre maturata nella mente del genio vinciano quando gli fu commissionata l’opera in onore di Francesco Sforza. I disegni preparatori che Leonardo realizzò fra il 1482 e il 1489 mostrano l’opera che aveva in mente. L’idea era quella di un cavallo nell'atto di impennarsi ed abbattersi sul nemico. Il lavoro di preparazione fu lunghissimo. Leonardo disegnava singole parti anatomiche del cavallo, in posizione di tensione e di quiete dei muscoli. Disegnava particolari dal vivo degli esemplari che sceglieva personalmente per le caratteristiche anatomiche, quelle che meglio si confacevano al suo progetto. Una volta ricomposto sarebbe stato il “cavallo ideale” del Duca di Milano. Alcuni appunti tratti dai suoi codici mostrano chiaramente questo suo modo di riprodurre modelli viventi scelti da lui: “Morel Fiorentino di misser Mariolo, caval grosso, ha un bel collo e assa’ bella testa; Ronzino bianco del falconiero ha belle cosce dirieto. Sta in porta Comasina; Caval grosso del Chermonino del signore Giulio” (Codice Forster III, f. 88r). Nonostante l’impegno fu chiaro, ad un certo punto, che il colossale cavallo rampante non avrebbe potuto superare i problemi statici di una simile, difficile, posizione. Dopo un repentino cambio di progetto Leonardo presentò, finalmente, nel 1493 il modello in argilla del nuovo cavallo. Si trattava comunque di un’opera colossale, dell’altezza di oltre sette metri, che avrebbe superato per magnificenza quelli dei suoi predecessori. Per completare l’opera la fusione in bronzo del modello avrebbe richiesto ben 100 tonnellate di metallo. Il fallimento del progetto fu dovuto alla mancata disponibilità della materia prima che fu dirottata verso la fusione dei cannoni necessari alla difesa del Ducato d’Este a seguito dell’invasione dei Francesi di Carlo VIII.
Il cavallo in bronzo di Nina Akamu è alto circa due metri e mezzo e si trova dal 2001 al centro della piazza della Libertà a Vinci, sotto il Museo Leonardiano. La realizzazione di questo esemplare è avvenuta dopo la morte dell’ideatore del progetto The Horse, Charles Dent, ma l’impegno della “Leonardo da Vinci’s Horse Inc”, presieduta allora da Peter Dent, Fred e Lana Meijer, Peter Secchia, già ambasciatore USA in Italia e sua moglie Joan e della Fonderia Tallix di New York hanno portato a termine l’impresa. Il cavallo, se pure di dimensioni inferiori a quello progettato da Leonardo, è fedele ai disegni originali ed è in linea con lo spirito di Leonardo e del Rinascimento. Carlo Pedretti, noto specialista di Leonardo e membro del Consiglio degli studiosi della società, raccomandò all’artista Nina Akamu che la posizione della testa fosse più simile a quella della versione classica del cavallo. Il dono di questa bellissima scultura leonardiana che accoglie tutti coloro che arrivano nel paese natale di Leonardo è un segno tangibile della grande considerazione sentita a livello globale per il Genio vinciano e per il Rinascimento italiano. In un contesto più ampio il cavallo di Leonardo ha un valore universale, simbolo di bellezza, di forza e di amicizia tra i popoli. Nel 2015 l’opera è stata richiesta in prestito dalla Regione Lombardia in occasione dell’Expo milanese. Per nove mesi è stata ornamento della piazza che si trova davanti al palazzo della Regione.
A cura di
Silvia Leporatti
Galleria fotografica
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