X
Montegufoni

Montegufoni deve gran parte del suo aspetto, una splendida villa in stile barocco, all’intervento del senatore del Granduca Donato di Ottaviano degli Acciaioli e del fratello, il Cardinale Nicola, che alla metà del Seicento misero mano al grande progetto che ne ridisegnò completamente le forme. Fino ad allora Montegufoni era stato la residenza di campagna di famiglia, ed aveva l’aspetto di una villa fortificata comune nelle colline fiorentine del Trecento. Al tempo, infatti, la famiglia, ormai ottenuta la cittadinanza fiorentina, aveva fatto fortuna grazie soprattutto al prestigio raggiunto da Niccolò Acciaioli alla corte degli Angiò. È nelle forme della residenza-fortezza di campagna che Leonardo raffigura Montegufoni nella mappa della collezione Windsor Castle RL 12278. Monte Gufoni di Leonardo ha l’aspetto di un castello circondato da mura e dotato di una parte centrale turrita, corrispondente probabilmente alla famosa torre che nel 1546 venne modificata in forme simili alla torre di Palazzo Vecchio. Il fortilizio degli Acciaioli occupava a sua volta probabilmente il sito di un più antico castello del XII secolo.

Il centro fortificato, posto significativamente a ridosso della strada per Volterra, apparteneva agli Ormanni, una famiglia di signori di castello di cui non si hanno che scarse notizie ma che molto probabilmente era legata alla famiglia comitale degli Alberti. Proprio durante il secolo XII, come noto, i conti Alberti rafforzarono in modo significativo la propria sfera d’influenza e la consistenza territoriale del proprio dominio in Valdelsa e verso la Val di Pesa attraversate dall’arteria fondamentale, la Francigena, con gli importanti snodi della via Volterrana. A quel tempo la posizione degli Alberti nei confronti di Firenze si era notevolmente complicata anche a causa dell’ascesa al soglio episcopale fiorentino proprio di Goffredo degli Alberti. Ricordiamo a questo proposito la donazione effettuata nel 1126 dai de Catignano (castello già cadolingio) a favore del vescovo Goffredo di una serie di località situate sulle colline poste fra l’Elsa e la Pesa che comprendeva anche i vicini castelli di Santa Maria Novella, Trecento e Pogni. Fu effettivamente nel quadro della progressiva crescita del conflitto fra la casata comitale e la città di Firenze che maturano le condizioni che portarono alla distruzione di Montegufoni. La prima attestazione del castello coincide proprio con la notizia del violento attacco militare fiorentino del 1135.
Delle vicende di Montegufoni non si hanno notizie fino alla fine del Duecento con l’acquisto da parte degli Acciaioli, famiglia originaria di Bergamo giunta a Firenze all’inizio del secolo XII. Sul luogo dell’antica fortezza degli Alberti dovevano essere state riattate le strutture principali, comprese le difese castellane, dal momento che nel 1312 Montegufoni viene rivendicato dall’imperatore Enrico VII come castello appartenente all’Impero. Non si hanno più notizie del castello e del suo stato di conservazione fino al 1310, quando Montegufoni viene rammentato come il luogo in cui nacque Niccolò degli Acciaioli. Nel corso del Trecento le vicende di questo personaggio si legano alla storia dell’antico castello di Montegufoni. Niccolò, il più importante esponente della famiglia, acquistò prestigio presso la casata angioina ricoprendo la carica di Gran Siniscalco del Regno di Napoli. Aveva, fra le altre, la tutela dei Principi di Taranto tanto che, sembra, in occasione delle vicende belliche che opposero nel 1345 il Regno di Ungheria a quello di Napoli, Montegufoni divenne il luogo in cui fu protetto il principe Ludovico di Taranto. Al tempo Niccolò aveva appena messo mano al progetto della monumentale Certosa di San Lorenzo (Galluzzo) mentre in quegli anni stessi la residenza di Montegufoni doveva avere l’aspetto di un semplice borgo cinto da mura. Sul luogo dell’antico castello dei conti Alberti erano stati realizzati in tempi diversi, ma probabilmente fra la fine del Duecento e i primi del Trecento, gli edifici che componevano la residenza di campagna degli Acciaioli. I diversi corpi di fabbrica si affacciavano su una corte centrale, ed erano probabilmente circondati da una cortina muraria. Sulla piazza si trovava anche la chiesa dedicata a San Lorenzo che al tempo di Niccolò Acciaioli fu abbellita dal crocifisso ligneo realizzato da Taddeo Gaddi, allievo di Giotto. Montegufoni, sullo scorcio del Trecento, era un borgo chiuso da mura o comunque composto da edifici ben stretti l’uno all’altro che conferivano al luogo l’aspetto di un piccolo fortilizio di campagna. Durante la seconda metà del Trecento, quando venne costruita la torre, risiedeva di frequente a Montegufoni Donato del fu Iacopo Acciaioli, nipote di Niccolò, come attestano le numerose missive che egli spediva da questa località. Nel 1372 venne denunciato addirittura un tentativo di omicidio subito dallo stesso Donato Acciaioli mentre usciva dalla chiesa per rientrare nella sua abitazione nel cassero di Montegufoni (intrans abitationem dicti casseri de Montegufoni, dum ab ecclesia rediret).
La residenza di campagna mantenne ancora per più due secoli l’aspetto raggiunto al tempo degli Acciaioli se in una stampa della fine del Cinquecento Montegufoni viene rappresentato come un fortilizio ben murato, composto da diversi edifici su cui svetta la torre di Donato Acciaioli (1386) ormai dotata, dal 1546, dei famosi attributi (aggetto su beccatelli e cella campanaria merlata) ispirati al modello della torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio. Montegufoni nel Cinquecento doveva apparire così, nonostante già nel 1427 alcune dichiarazioni fiscali di residenti del castello lamentassero il cattivo stato di conservazione di qualche edificio come ad esempio il palagiaccio rovinato e disfatto è casolare, puosse vedere dalla strada chi va e chi viene. Tuttavia ai primi del Cinquecento Leonardo raffigura Montegufoni come un castello ancora funzionale dal punto di vista delle difese. Il vecchio fortilizio degli Acciaioli era ancora uno dei punti forti della Val di Pesa e Leonardo lo disegna come un castello ben murato e dotato di parte centrale turrita (il cassero). Solo nel secolo XVII Montegufoni sarà trasformato radicalmente nella suggestiva villa barocca che possiamo ammirare oggi.
Il borgo fortificato degli Acciaioli venne radicalmente trasformato alla metà del Seicento quando l’intera proprietà passò nelle mani di Donato di Ottaviano Acciaioli, nominato, come il padre, senatore con il Granduca Ferdinando II. I diversi edifici di cui era composto il piccolo fortilizio cresciuto fra XIV e XVI secolo furono riunite in un solo corpo di fabbrica. Una ulteriore sopraelevazione del complesso conferì alla nuova costruzione un aspetto imponente e maestoso. La grande facciata che guarda a tramontana e la galleria costruita sopra l’antico portico furono realizzati grazie al contributo del fratello di Donato, il cardinale Nicola Acciaioli. Nello stesso periodo si intervenne alla trasformazione della chiesa di San Lorenzo in forme barocche unendo l’edificio di culto del secolo XIII alla canonica. Il destino della bellissima villa barocca circondata di giardini con giochi d’acqua seguì quello degli Acciaioli. Il declino degli antichi proprietari, alla fine del Settecento, coincise con la vendita della villa di Montegufoni che fu suddivisa allo scopo di sfruttarne il potenziale immobiliare. Solo con l’inizio del Novecento gli ambienti della villa furono nuovamente riuniti sotto un’unica proprietà, quella dell’inglese Sir Osbert Sitwell, facoltoso scrittore inglese che mise mano ad una lunga opera di restauro del castello conferendogli l’aspetto con cui lo vediamo oggi.
A cura di
Silvia Leporatti
Risorse
Galleria fotografica
Risorse
Galleria fotografica