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Camporbiano

Camporbiano è una località collinare attraversata dai percorsi stradali di crinale che correvano paralleli all’Elsa e collegavano anticamente San Gimignano al Valdarno e a Pisa. In corrispondenza di Camporbiano si trovava anche lo snodo della via Volterrana che raggiungeva il passo sull’Elsa presso Certaldo. Leonardo rappresenta Camporbiano nella famosa mappa RL 12278 di Windsor come un centro fortificato dotato di cortina muraria e torri. È perfettamente localizzato dalla presenza dei castelli vicini, ovvero Mommialla, Pietra e Castelvecchio di San Gimignano, ed è contrassegnato dal toponimo ca[m]p[or]biano. In questa località esisteva un centro fortificato fin dal secolo XI: era uno dei castelli controllati dalla potente famiglia dei Cadolingi, i conti di Fucecchio che possedevano in Valdelsa numerose curtes e castelli.

Le più antiche notizie riferite a Camporbiano sono molto antiche e risalgono al X secolo. Attorno a questa data già esisteva una villa con il nome di Camporbiano dipendente, come anche la vicina Mummialla, dal vescovo di Volterra. Successivamente il piccolo villaggio venne dotato di strutture difensive tanto che al principio del secolo XI Camporbiano è indicato come castrum ed apparteneva ad uno dei rami della famiglia comitale dei Cadolingi. Nel medesimo periodo i cadolingi o il loro gruppo consortile esercitavano diritti giurisdizionali, oltre che su Camporbiano, anche sui castelli di Catignano, Germagnana, Riparotta, Arsiccioli e Luiano/Macie, e sul castello vecchio di Gambassi. Camporbiano si trovava su un percorso stradale che fin dall’altomedioevo transitava sui crinali delle colline poste sulla sinistra dell’Elsa. Un percorso stradale è documentato anche in prossimità di Camporbiano dove ancora oggi si conserva il toponimo Canonica, l’antica chiesa del luogo dedicata a San Martino, di cui rimangono le tracce in un edificio lungo l’attuale strada provinciale.
Come avvenne per molti possessi dei conti di Fucecchio in Valdelsa, dopo la morte dell’ultimo esponente della casata comitale anche Camporbiano fu compreso fra i castelli dell’eredità cadolingia che passarono al vescovo di Volterra. Sullo scorcio del XII secolo e soprattutto all’inizio del XIII questo settore della Valdelsa fu oggetto delle mire espansionistiche del giovane comune di San Gimignano. La vivace comunità stava infatti procedendo, in quegli anni, alla formazione di un proprio ambito territoriale a spese dei centri controllati dal vescovo di Volterra. Nel frattempo anche la stessa città di Volterra era entrata nel quadro dei poteri in concorrenza. I primi decenni del Duecento le diverse forze in campo, in definitiva i comuni di San Gimignano e Volterra, furono all’origine degli episodi bellici che si consumarono nel territorio di quei castelli come Camporbiano, Montignoso e Pietra posti in posizione strategica lungo la strada che da San Gimignano conduceva a Pisa. In questo quadro si spiega l’episodio della distruzione di “campo Rempliano”, ovvero Camporbiano avvenuto nel 1230 per mano dei sangimignanesi. Ma dalla fine del secolo San Gimignano entrò definitivamente a far parte del contado, e di conseguenza anche Camporbiano si sottomise alla città gigliata.
Episodi simili segnarono il destino di questo piccolo castello “di strada” anche nel periodo successivo alla sottomissione a Firenze. Secondo le cronache del Villani nel corso del Trecento Camporbiano, posto sul confine storicamente conteso fra San Gimignano e Volterra, fu oggetto di ritorsioni, saccheggi e distruzioni cui Firenze dovette provvedere più volte. Una nota del Repetti riporta la notizia tratta dalle Istorie Fiorentine dove Camporbiano sarebbe stato coinvolto anche nella guerra fra la Repubblica di Firenze e il ducato di Milano -guidate rispettivamente dai condottieri Niccolò Piccinino e Michele Attendolo- culminata nella famosa battaglia di Anghiari. In ogni caso è certo che al tempo di Leonardo il piccolo castello doveva ancora costituire un punto di riferimento nel quadro dei centri valdelsani dotati di difese efficienti. Nella famosa mappa leonardiana RL 12278 Camporbiano è rappresentato, infatti, come un castello murato e dotato di torri. Oggi lungo la strada di Camporbiano sono conservati edifici e brani di murature in parte ricostruiti, come la canonica della “Villa Camporbiano 1 La Canonica” la struttura ricettiva al cui interno si può forse riconoscere ciò che resta del fortilizio bassomedievale disegnato da Leonardo. Come riportato dal Repetti, la comunità di Camporbiano, che ha continuato a costituire un nucleo stabile del popolamento valdelsano, ancora alla metà dell’Ottocento contava quasi 250 abitanti.
A cura di
Silvia Leporatti
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