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San Felice in Piazza

Con l’"ocel della commedia", Leonardo ricorda nel Codice Atlantico (f. 699b-v), tra il 1506 e il 1508, l’automa di un uccello impiegato in uno spettacolo teatrale. Questa citazione fa pensare all’antico ingegnere Archita di Taranto, che taluni definiscono il "Leonardo greco" (428 - 347 a.C.), e a Villard de Honnecourt (XIII secolo); spontanea è anche l’associazione con la "colombina", parte di quella più complessa scenografia pirotecnica di origine rinascimentale che ogni Pasqua viene organizzata in piazza del Duomo a Firenze. L’attenzione ai problemi della scenografia teatrale fu propria anche di altri celebri protagonisti del Rinascimento fiorentino. Memorabili erano infatti gli ingegni, ossia gli apparati scenotecnici progettati da Brunelleschi per le chiese della Santissima Annunziata, di Santa Maria del Carmine e di San Felice in Piazza.
Sicuramente Leonardo aveva in mente queste elaborate scenografie quando concepì i complessi dispositivi meccanici per la messa in scena della Festa del Paradiso di Bernardo Bellincioni, rappresentata a Milano nel 1490. Raffinati meccanismi a contrappeso furono invece utilizzati per l’Orfeo di Poliziano, della cui scenografia faceva parte una "montagna che si apre" dalla quale emergeva Plutone. Una diretta influenza della mandorla, ideata dal Brunelleschi per far apparire un angelo annunziante nella chiesa di San Felice in Piazza, sembra essere all’origine della scenografia per la Danae di Baldassarre Taccone di cui troviamo menzione in un foglio del Metropolitan Museum di New York (risalente agli anni intorno al 1496).

A cura di
Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
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